Occhio ai clonatori di telecomando

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    carabinieri4.jpgI topi d'auto si sono evoluti anche a Brescia. Vi derubano, ma voi non ve ne accorgete.

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    (red.) Se vedete un tizio che si aggira con aria indifferente nei pressi di un parcheggio, come se aspettasse qualcuno, diffidate. Potrebbe attendere proprio voi. Anzi, la vostra macchina.
    I clonatori di telecamando pare siano in agguato giorno e notte dove c'è via vai di veicoli. Li preferiscono carichi di roba e per questo amano appostarsi nei parcheggi degli autogrill dell'autostrada, approfittando delle persone che si spostano per andare in ferie e sicuramente portano con sè denaro, documenti, macchine fotografiche, computer e cineprese.
    La nuova frontiera del furto nelle auto ha messo in soffitta le spranghe usate per spaccare i vetri o i deflettori (tra l'altro i veicoli nuovi non hanno deflettori) e gli altri arnesi tipici del vecchio topo d'auto.
    Non sono previsti finestrini in frantumi né portiere scassinate col piede di porco. Ora il kit è elettronico: si tratta di un aggeggio ricevente – un decodificatore con microprocessore – che registra il segnale del vostro telecomando quando chiudete la vettura. Lo trasferisce su un altro telecomando che poi lo ripete quando il proprietario si è allontanato. Così è possibile riprodurre alla perfezione l’impulso, utilizzando le stesse frequenze del dispositivo ufficiale.
    In questo modo le serrature scattano e le portiere si aprono senza rumore e senza destare sospetti in chi si trova per caso da quelle parti. Quando il colpo è fatto, tutto viene richiuso e torna come prima. Così la vittima si accorge in ritardo di essere stata derubata.
    Alcuni ladri, tecnologicamente più rozzi, utilizzano semplici congegni disturbatori delle frequenze che impediscono la chiusura delle portiere delle auto. Il proprietario non chiude, ma è convinto di averlo fatto.
    Il trucco del telecomando clonato veniva utilizzato anche dal ladro algerino di 35 anni beccato l'altro giorno in città e dal suo complice (ancora ricercato), impegnati a vuotare le auto in sosta nel centro di Brescia tra via Crispi, piazza Arnaldo, viale Venezia e via Mantova.
    Gli è stato fatale il colpo ai danni dell'auto di un fotografo dell'agenzia che lavora per un giornale locale. Il professionista è stato derubato in via Crispi l'8 giugno, ma non avendo trovato la macchina scassinata s'è accorto del colpo solo una volta arrivato a casa. Il bottino era consistente: sette macchine fotografiche con tanto di obiettivi e altra attrezzatura.
    Ma il derubato non s'è rassegnato a un danno di circa 10 mila euro e ha chiesto di visionare i filmati di alcune telecamere di sicurezza attive nella zona del posteggio. Così ha visto la faccia registrata del ladro, con la sua borsa. Ha stampato una foto con l'immagine del nordafricano e l'ha fatta vedere ai negozianti della zona che hanno confermato la presenza dell'uomo: si vedeva spesso da quelle parti insieme con un amico.
    I fotografi si sono trasformati in investigatori e qualche giorno dopo hanno notato l'algerino in piazzale Arnaldo. L'hanno seguito dopo aver avvertito i carabinieri e l'uomo è stato fermato in via Cremona. In tasca aveva un telecomando universale.
    Nel suo appartamento sono stati trovati altri telecomandi, cellulari, chiavi di varie automobili.
    Nessuna traccia però del bottino. Già passato a qualche ricettatore, magari per poche centinaia di euro.

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