Strage Cottarelli: spariti i Marino

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    cottarellimarinocugini.jpgScomparsi nel nulla i due cugini condannati per l'assassinio della famiglia.

    cottarelli.jpg(red.) S'infittisce il mistero sulla strage Cottarelli. Sarebbero infatti svaniti nel nulla i cugini trapanesi Vito e Salvatore Marino, condannati all'ergastolo nel processo d'appello per la strage della famiglia bresciana.
    Subito dopo la sentenza, emessa dalla corte d'Appello di Brescia il 7 giugno scorso (leggi), si è diffusa la notizia (non confermata ufficialmente) che il procuratore generale abbia chiesto l'arresto dei due uomini, giudicati colpevoli del triplice delitto avvenuto in una villetta di via Zuaboni in città il 28 agosto 2006, prima sparando e poi sgozzando i tre membri della famiglia: Angelo Cottarelli, la moglie Marzenne Topar e il figlio 17enne Luca.
    I Marino non erano presenti in aula alla lettura della sentenza di condanna e da quel momento sarebbero risultati irreperibili.
    Le ricerche della polizia in Sicilia, a Paceco in provincia di Trapani dove vivono, secondo indiscrezioni non avrebbero al momento dato risultati e i due cugini (che in primo grado erano stati assolti: leggi qui) potrebbero anche essere riparati all'estero.
    Il supertestimone contro di loro, il faccendiere triestino Dino Grusovin, era anch'egli scomparso prima del processo d'appello (leggi la notizia) e della sua sorte non s'è più saputo nulla.
    Grusovin aveva riferito di essersi recato il 28 agosto in via Zuaboni insieme con i due cugini e con un quarto uomo, mai identificato.
    Durante l’incontro sarebbe scoppiata una furiosa lite e Vito e Salvatore Marino avrebbero deciso di uccidere l’imprenditore bresciano (dal quale reclamavano dei soldi per uno strano giro di fatture gonfiate per ottenere contributi pubblici) ed i suoi congiunti.
    Grusovin sostenne di non avere preso parte al delitto, perché i due trapanesi lo avevano legato, insieme con il misterioso quarto uomo, al tavolo della cucina, mentre l'omicidio veniva commesso al piano inferiore.
    I Marino, viticoltori siciliani considerati vicini a Cosa Nostra, erano stati fermati alcune settimane dopo la strage.

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