A2A: Tarantini presidente del Cds

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    tarantinigraziano.jpgL'assemblea ha revocato Capra e gli altri consiglieri. Dividendo approvato.


    (red.) Da mercoledì mattina è Graziano Tarantini il nuovo presidente del consiglio di sorveglianza (Cds) di A2A, la multiutility bresciano-milanese nata dalla fusione tra Asm e Aem. La nomina è arrivata dall’assemblea regolarmente costituita dopo il rinvio di venerdì scorso (vai all'articolo) con la partecipazione dei comuni di Brescia e di Milano (riammessi dal giudice: leggi qui).

    Il cambio della guardia
    Come previsto i soci hanno deciso la revoca dei consiglieri nominati dal comune di Brescia provocando così la decadenza dell’intero Cds. La revoca di Renzo Capra e degli altri cinque membri è stata approvata con l'84,78% dei voti presenti in assemblea (oltre Brescia e Milano, Mediobanca, alcuni fondi, il comune di Varese, la Secoval, la Banca popolare di Sondrio, De Miranda,  Brunori, le Assicurazioni Toro, Generali e Alleanza, il gruppo Niboli). I contrari sono stati il 3,25% (Fingruppo, il comune di Bergamo, altri fondi) e gli astenuti l'11,96% (Lonati, Ubi Banca,
    Atel, Tassara, altri fondi).
    Sono stati così nominati i 15 nuovi membri del consiglio e la Lista 1, quella presentata dai due municipi ha ottenuto il 77,29% dei consensi dei presenti: l'hanno votata Brescia, Milano e la Popolare di Sondrio.
    Per il comune di Brescia sono entrati quindi il 49enne avvocato ed ex presidente della Compagnia delle Opere Graziano Tarantini, il 52enne ex presidente degli industriali dell’Aib Franco Tamburini, Alberto Cavalli (56 anni, Pdl-Fi, presidente uscente della Provincia), Bruno Caparini (70enne imprenditore camuno in quota Lega), Enrico Mattinzoli (55enne Pdl-An, presidente dell'Associazione artigiani), Norberto Rosini (commercialista e revisore dei conti di area ex Margherita). Per Milano Rosario Bifulco (vice presidente), Stefano Grassani, Giorgio Maria Filiberto Sommariva, più gli unici uscenti riconfermati: Adriano Bandera (Pdl-Fi), Gianni Castelli (Lega) e Marco Miccinesi (per la minoranza Pd).
    Della lista 2, presentata da Atel, che ha ricevuto il 16,02% dei voti (Atel, Mediobanca, molti fondi, il gruppo Generali, il Credito Valtellinese, i fondi Amber, Ubi Banca, il Comune di Bergamo), sono stati nominati Antonio Taormina e Massimo Perona. Della lista 3, presentata dalla Tassara, che ha ricevuto il 6,57% dei voti (Tassara, Fingruppo, Secoval, Niboli, Lonati, De Miranda, comune di Varese), è stato nominato Gianbattista Brivio.
    In apertura l'assemblea dei soci di A2A aveva deliberato con il 96,98% dei voti favorevoli la distribuzione del dividendo di 0,097 euro che andrà in pagamento a partire dal prossimo 25 giugno. Gli azionisti hanno anche approvato il taglio degli emolumenti dei membri del consiglio di sorveglianza che passano da 75mila a 55 mila euro all'anno, mentre quelli del presidente e del suo vice sono ancora da stabilire.

    L’addio dell’ex presidente
    Già nella giornata di martedì 2 giugno, al termine dell’ultima riunione del consiglio di sorveglianza da lui presieduto e alla quale si era recato guidando personalmente la propria auto, senza l’autista della società, il presidente uscente aveva detto addio al suo ufficio al quarto piano della sede ex Asm di via Lamarmora a Brescia.
    Dopo 44 anni Renzo Capra, 79 anni, ha lasciato l’azienda che ha contribuito a rendere grande. Da un paio di settimane stava svuotando il suo ufficio e martedì ha raccolto le ultime cose e le ha messe in un cartone: "Tanto qui io non rimetterò più piede", ha detto a chi si trovava con lui. Prima di andarsene ha solo accettato di scattare una foto in compagnia di alcuni consiglieri nella sala delle riunioni.
    Non è servita a rendere meno difficile l’addio la mediazione del suo amico Giovanni Bazoli, il presidente di Intesa San Paolo che nei mesi scorsi aveva tentato invano fino all’ultimo di convincere sindaco di Brescia, Adriano Paroli, a cercare una soluzione meno traumatica al problema della rappresentanza di Palazzo Loggia in consiglio dopo il cambio di amministrazione.

    La revoca finirà davanti al giudice
    Ma i consiglieri di sorveglianza espressi dal comune di Brescia e revocati hanno comunque annunciato azioni legali appellandosi all’articolo 2383 del Codice civile per cui l’amministratore ha diritto al «risarcimento dei danni, se la revoca avviene senza giusta causa».
    "Ci riserviamo di agire in tutte le sedi giudiziarie per tutelare la nostra onorabilità a fronte di una decisione senza motivazione e senza giusta causa", ha dichiarato Giovanni Rizzardi affermando di parlare a nome di altri quattro consiglieri revocati (Buizza, Capezzuto, Cuter, Rampinelli). Secondo Rizzardi, i consiglieri revocati non hanno ricevuto comunicazione formale della decisione, "abbiamo rispettato l'incarico ricevuto dall'assemblea nel rispetto dello statuto e senza commentare quanto disposto dal comune di Brescia", ha aggiunto Rizzardi, "ma abbiamo una sensazione di profondo disagio e di discredito personale. Ringraziamo l'ingegner Renzo Capra per lo sviluppo che ha dato ad Asm e per l'iter di fusione con A2A".
    Al termine dell’assemblea, anche Capra ha ipotizzato una battaglia legale: "Sono obbligato a chiedere i danni", ha detto l’ex presidente, "perché non c’è una giusta causa. Non è tanto il danno ma è il principio che va ristabilito. Sono consigliere anche in altre società e non è una cosa tranquilla una revoca senza giusta causa. Devolverò parte dei soldi in beneficenza».

    I commenti al braccio di ferro
    Secondo il sindaco di Brescia, Adriano Paroli, "ciò che è accaduto venerdì scorso particolarmente grave e incomprensibile. La decisione del Tribunale di Brescia sancisce l’evidenza della giustezza delle nostre posizioni sotto due punti di vista: i nostri rappresentanti e legali avevano operato in modo saggio, corretto e competente in tutto il procedimento che ha portato all’assemblea di venerdì scorso; era davvero necessario e non rinviabile un cambio di responsabilità e rappresentanza all’interno del consiglio di sorveglianza, così come è stato confermato dalla cattiva gestione di questi passaggi. Ora", conclude la nota del primo cittadino, "si apre una fase nuova, non certo priva di problemi. Confermo l’indirizzo al nuovo consiglio di lavorare per la città e per il bene comune, con l’obiettivo che rimane quello di fare in modo che A2A possa non far rimpiangere Asm ai bresciani, obiettivo che in quest’ultimo anno e mezzo è stato certamente disatteso".
    Mario Labolani, assessore ai Lavori pubblici del Pdl, ha aggiunto: "Prima con la sentenza del Tribunale e poi con la nomina del nuovo consiglio di A2A, si è chiusa la pagina della vecchia politica delle poltrone a cui la giunta Corsini aveva abituato Brescia, contrapposta a quella che persegue l'interesse dei cittadini, tipica invece del Popolo della Libertà. "Rivolgo un invito", ha concluso la nota, "al consigliere Bragaglio, che nei giorni scorsi aveva chiesto le dimissioni del direttore generale del comune di Brescia Maiocchi per la vicenda. E' stato smentito dai fatti e quando si sbaglia si paga. Quindi aspettiamo le sue dimissioni e le scuse a Maiocchi, al quale va il nostro plauso e un ringraziamento".
    Bruno Caparini, neo eletto nel consiglio dopo le polemiche sul suo curriculum (
    vedi qua), ha dichiarato di guardare "al futuro dell’energia a Brescia". "Prendo atto del volere e della fiducia dell’assemblea degli azionisti", ha scritto in un comunicato, "e mi dichiaro pronto a farmi carico degli oneri relativi alla nomina nel consiglio di Sorveglianza di A2A". "Il mio impegno", ha proseguito, "sarà teso a sostenere quei progetti aziendali che diano valore sia al servizio offerto che agli azionisti. Certamente riserverò particolare attenzione a tutto ciò che potrà essere occasione di lavoro e sviluppo per la nostra comunità e il suo eccezionale potenziale industriale". "Non mi importano", sottolineato Caparini, "né i cavilli da azzeccagarbugli né le questioni che non rivestono interesse per le imprese e le famiglie, che si aspettano un servizio di qualità e al miglior costo possibile. Tutto il resto è lasciato al tempo, che da gran signore qual è sentenzierà i verdetti più importanti".
    Secondo la coordinatrice del Pdl Viviana Beccalossi: "Dietro le vicende degli ultimi giorni c’era soltanto un gioco di potere. I rappresentanti del Cds hanno fatto una guerra personale per rimanere sulle loro sedie. In un’azienda normale una persona normale una volta persa la fiducia della dirigenza si dimette. Capra ha fatto del bene alla città ma è una persona che ha una certa età, non c’è niente di male se si ritira".
    Il vicesindaco di Brescia Fabio Rolfi parla di "ultimo colpo di coda del vecchio sistema che non vuole mollare. A Capra la città deve essere grata per quanto fatto per la storia di Asm ma ora deve farsene una ragione. Il 13 aprile 2008 i bresciani hanno scelto il cambiamento rispetto a quel blocco politico e finanziario di cui lo stesso Capra è stato indiscutibile e autorevole espressione. Il curriculum di Caparini parla da sé per le esperienze professionali ed imprenditoriali di caratura internazionale nel settore dell’energia".
    Sergio Grazioli, dell'Italia dei Valori si dice invece "schifato per come hanno trattato l'inventore dell'Asm al quale la città e la società devono tutto. Lo hanno trattato come un delinquente ed è una vergogna, da parte di chi deve ancora dimostrare tutto. Capra viene cacciato perchè devono mettere i loro amici ai posti di comando. La Lega ha perso un’occasione d’oro per restare fuori da questi pasticci".

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