Clamoroso: Capra esclude i comuni

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    caprarenzo.jpg"Non possono votare e Caparini non è candidabile". Assemblea il 3 giugno.


    (red.) Colpo di scena all’assemblea di venerdì mattina degli azionisti di A2A, riunita nella sede dell'Aib di via Cefalonia in prima convocazione (la seconda è in agenda per il 3 giugno). Il presidente del consiglio di sorveglianza (Cds) Renzo Capra ha escluso dall’esercizio del diritto di voto i comuni di Milano e di Brescia, azionisti di maggioranza della multiutility con il 55% delle azioni.
    Il motivo? Non aver rispettato gli obblighi di rendere pubblica la modifica del patto di sindacato stipulato tra loro. Capra ha infatti rilevato che il patto originario firmato nell'ottobre 2007 è stato modificato nell’aprile 2009, ma il nuovo patto "non appare stipulato per atto pubblico, contrariamente a quanto previsto dallo statuto". Inoltre, "secondo un certificato camerale rilasciato oggi, il patto stipulato il 9 aprile non è stato depositato presso il registro delle imprese di Brescia".
    Secondo Capra, quindi, la violazione consiste nella mancata comunicazione e deposito presso il registro delle imprese della modifica sottoscritta in aprile, quando i sindaci Adriano Paroli e Letizia Moratti decisero di azzerare il Cds dimissionando i membri bresciani del consiglio.
    Capra, che era stato dichiarato decaduto da Paroli e che venerdì avrebbe dovuto essere sostituito con tutto il consiglio (
    qui i nomi dei sostituti), ha inoltre rilevato in avvio di assemblea che un candidato nella lista presentata dai comuni non aveva i requisiti richiesti per l’elezione. "Bruno Caparini", ha detto il presidente uscente, "non ha segnalato il fatto di essere stato dichiarato fallito dal tribunale di Brescia con sentenza del '97 (leggi qui l'anticipazione della notizia, n.d.r.). Secondo lo statuto sociale l'inosservanza di una esauriente informazione sui requisiti dei candidati fa considerare la lista come non presentata". Per questo la lista dei comuni che avrebbe dovuto eleggere 12 dei 15 componenti del cds non può essere giudicata valida (qui tutti i curricula dei candidati).
    Capra ha citato a sostegno della propria decisione di escludere i due comuni dal voto il parere del professor Roberto Sacchi, dell'università di Milano: "Nell'ipotesi in cui patti parasociali o modifiche ai patti non siano stati oggetto delle comunicazioni previste", vi si legge, "il presidente può e deve escludere dal voto i soci aderenti al patto per il quale non siano state rispettate le norme".
    Dopo la clamorosa notizia, i rappresentanti del comune di Varese, della Carlo Tassara, l'avvocato Dario Trevisan per i fondi esteri, i rappresentanti di Mediobanca e della svizzera Alpiq hanno chiesto una sospensione. Essendo presente circa il 71% del capitale, escludendo i comuni aveva diritto di voto solo poco più del 16% delle azioni.
    La sospensione è stata concessa dal presidente, ma dopo un quarto d'ora l'assemblea è ripresa. Secondo Capra era regolarmente costituita e disponeva del quorum per l'approvazione della proposta di distribuzione del dividendo anche senza il voto di Brescia e Milano. La decisione di procedere con i lavori è stata contestata da alcuni piccoli azionisti e dal rappresentante dei fondi esteri.
    Alla fine l'assemblea è stata rinviata a mercoledì 3 giugno alle 10 su richiesta dei comuni di Milano e di Brescia che, in base all'articolo  2374 del codice civile, si sono dichiarati non sufficientemente informati sull'ordine del giorno.
    Quindi sono slittate le nuove nomine, ma anche l'approvazione del dividendo di 9,7 centesimi (uguale a quello dell'anno scorso) per il quale A2A distribuirà 304 milioni utilizzando riserve per 138 milioni di euro. Lo stacco della cedola è previsto il 22 giugno, con pagamento dal 25 giugno. Il ritardo nell'approvazione, è stato fatto sapere, non cambierà la data dell'incasso per gli azionisti.
    ''La situazione che si è venuta a creare, considerando che siamo una società quotata in Borsa, lascia amareggiati e sconcertati per l'assoluta mancanza di buonsenso'', è stato il commento di Giuliano Zuccoli, presidente del consiglio di gestione di A2A.
    Il comune di Milano, attraverso il suo rappresentante Giuseppe Sala, ha sostenuto che le contestazioni di Capra non avevano valore e che i patti parasociali tra Milano e Brescia non dovevano essere pubblicati in anticipo poiché si trattava di "un mero aggiornamento dei patti e non di una modifica". Inoltre i pareri legali citati dal presidente, e in particolare quello di Sacchi, "non supportano in alcun modo le affermazioni e le decisioni di Capra".
    Venerdì in Borsa il titolo A2A ha perso vistosamente terreno, chiudendo con un meno 3,92% a 1,32 euro.

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