Gatti, confermato l’ergastolo

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    gattiguglielmo.jpgAnche la Cassazione si è espressa sull'omicidio dei coniugi Donegani.

    (red.) Si è chiuso con la conferma dell'ergastolo anche da parte della corte di Cassazione il processo per l'omicidio dei coniugi Donegani. Anche l'ultimo atto ha confermato la condanna per Guglielmo Gatti, decisa il 16 maggio 2007
    (vedi qui per le motivazioni) e ribadita lo scorso giugno (vedi qui),
    per aver ucciso e disperso i resti dei suoi zii Aldo Donegani e la
    moglie Luisa de Leo, che abitavano al piano di sotto della stessa villetta di Gatti.
    Il delitto era avvenuto il 30 luglio 2005, l'allarme era stato lanciato da un nipote che abitava nelle Marche e non riusciva più a contattare i coniugi. Fin da subito Guglielmo Gatti era stato il principale indiziato, nonostante si sia sempre proclamato innocente. E' rinchiuso in carcere da tre anni.
    L'accusa, rappresentata dal sostituto procuratore generale Vittorio Meloni, di fronte alla Suprema corte aveva chiesto di confermare la pena del carcere a vita. Schiaccianti le prove che erano state individuate nel corso delle indagini, in particolare la testimonianza
    da un
    ragazzo che lo aveva visto guidare un'auto vicino a dove sono stati poi
    ritrovati i resti dei Donegani, al passo del Vivione, macchie di sangue
    nella sua abitazione, uno scontrino ritrovato sempre al passo del
    Vivione riconducibile alla spesa effettuata da Guglielmo Gatti al
    supermercato.
    Secondo i giudici del tribunale di primo grado, Gatti aveva ucciso i Donegani
    per "la monotonia, il rigore morale e la
    solitudine della famiglia Gatti, da qui le lamentele dei genitori del
    Gatti sulla loro spregiudicatezza e l'astio, che col tempo dev'essere
    divenuto odio, del nipote che non poteva non confrontare la vita degli
    zii con la sua, vuota e priva di affetto".

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