Maxirissa in un cantiere a Maclodio
Protagonisti l'impresario e tre muratori. Botte da orbi per un debito non pagato.
(red.) Una discussione per motivi d’interesse è finita in una rissa collettiva con botte da orbi a pugni, calci e colpi di spranga. Ci sono stati anche feriti nel diverbio per un debito non pagato scoppiato mercoledì in un cantiere edile di Maclodio, tra l’impresario spalleggiato da un suo assistente e due muratori. Alla fine hanno dovuto intervenire i carabinieri di Trenzano che hanno fermato i quattro energumeni e – dopo averli fatti medicare al pronto soccorso dell’ospedale Melino Mellini di Chiari – li hanno accompagnati a Canton Mombello con l’accusa di rissa e lesioni.
Nell’ufficio di S.F., impresario edile di 56 anni abitante a Brescia, mercoledì sono entrati il 27enne M.D. e il 33enne D.M., due muratori di origine napoletana residenti in provincia di Milano, che pretendevano il pagamento di un debito (circa 5 mila euro in due) per lavori da loro effettuati tra settembre e dicembre 2007 per conto della ditta.
Secondo la prima ricostruzione, l’impresario non era d’accordo e il dibattito è presto degenerato. Fra i tre è scoppiato un parapiglia con grida, sberloni, pugni e calci. Ad aver la peggio sarebbe stato il costruttore se in suo aiuto non fosse accorso il 46enne S.L., abitante a Travagliato ma originario della provincia di Caserta, che si è presentato nell’ufficio armato di spranga.
I suoi colpi hanno messo la parola fine al dibattito: ne hanno fatto le spese i due muratori. Il 27enne, colpito alla testa, è stato poi medicato con una prognosi di dieci giorni; l’altro ne avrà per una settimana per le sprangate ricevute sulle braccia e sul corpo.
Nel frattempo qualcuno aveva avvisato i carabinieri di Trenzano che avevano già una pattuglia a Maclodio e sono intervenuti per separare i contendenti trasportandoli poi all’ospedale. Tutti erano pesantemente segnati dalla battaglia. E tutti sono stati portati a Canton Mombello a disposizione del magistrato.
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