Anche da noi il virus chikungunya

Dieci casi a Brescia e tutti di turisti. Niente a che vedere con l'epidemia in Romagna.


(red.) Il virus lo trasmette la puntura della zanzara tigre, ma non si tratta di febbre gialla o di dengue. Questa malattia – che pure è "imparentata" con le precedenti – ha un nome in lingua swahili: chikungunya, e dopo un periodo di incubazione inferiore alle due settimane arrivano febbre alta, mal di testa, brividi, nausea, vomito e fortissimi dolori alle articolazioni che costringono la vittima a stare praticamente immobile.
Se ne parla perché il virus, che ha preoccupato molti villeggianti della Romagna, si è manifestato anche a Brescia: dal marzo 2007 ne sono stati registrati una decina di casi curati presso l’Istituto malattie infettive e tropicali legato all’università di medicina degli Spedali Civili. Tutti riguardavano però turisti bresciani infettati durante le vacanze all'estero in località a rischio come India, Maldive, Mauritius e Seychelles.
Niente a che vedere quindi con le numerose infezioni registrate negli ultimi tempi in Romagna, nel Ravennate, dove l’alta densità di zanzare combinata con la presenza di molte persone immigrate che hanno il virus nel sangue, ha provocato una piccola epidemia, definita autoctona dalle autorità sanitarie.
La malattia è tipica di alcune mete turistiche come l’Africa, le isole dell'Oceano Indiano e il Sud Est asiatico, comprese Filippine e Indonesia. Ha comunque di solito un decorso benigno con bassa mortalità (0,4%) e si risolve in pochi giorni, anche se i dolori articolari possono durare qualche mese.
E che la situazione non sia drammatica lo conferma il ministero della Salute, che in un comunicato spiega che per il virus chikungunya "non siamo in emergenza sanitaria". Viene anche diffuso un numero telefonico (06-59943905) per chiedere informazioni. E' attivo dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 18.
Il servizio fornisce informazioni sui sintomi dell'infezione causata dal virus e sulle precauzioni da adottare per prevenire le punture di zanzara della specie Aedes, come appunto la Albopictus o zanzara tigre. "Le febbri e i malesseri provocati dal virus – dice la nota del ministero -, pur causando dolori osteoarticolari e temperatura corporea elevata, hanno decorso favorevole in pochi giorni. Nello stesso tempo si rammenta che sono state già avviate azioni consistenti di disinfestazione nelle zone a rischio e che il trend dell'infezione risulta in diminuzione".

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