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    Bazoli cerca un'intesa con Chicco Gnutti



    Alla fine si è deciso per dare un’ultima possibilità a Palazzo Loggia, dopodiché i lavoratori delle case di riposo comunali, che giovedì pomeriggio si sono riuniti all'Arvedi per decidere la linea da tenere nella difficile trattativa sindacale per il passaggio alla nuova fondazione “privata ”, entreranno sul pide di guerra. “Il mandato che abbiamo ricevuto – spiega Stefano Delendati, a nome delle Rsu comunali -, è quello di tentare l'ultima trattativa. Poi, se non ci saranno risposte soddisfacenti alle tre grandi questioni che poniamo nella nostra piattaforma, saremo costretti a ricorrere ad altre forme di lotta”.
    I rappresentanti dei lavoratori criticano, in primis, la proposta di organico iniziale per le residenze assistenziali sanitarie (Rsa). Il piano comporta da subito la riduzione di circa due operatori per ogni reparto, mentre le maestranze propongono che l'organico iniziale sia quello attuale e che l'eventuale riduzione dei costi sia subordinata al confronto non solo con le organizzazioni sindacali, ma anche con le associazioni degli utenti, per garantire il mantenimento degli standard di assistenza attuali.
    Ma ci sono problemi anche sui trattamenti economici. Come spiega una nota del Sindacato dei Lavoratori Intercategoriale (ex-Sincobas), "l’amministrazione intende applicare a tutti i lavoratori il contratto nazionale degli enti locali ma vuole differenziare il trattamento nel seguente modo: ai lavoratori attualmente dipendenti a tempo indeterminato del Comune che decidessero di rimanere a lavorare in Fondazione il mantenimento dell’attuale regime (salvo l’articolazione oraria che si vuol portare a 36 ore riconoscendo la differenza oraria rispetto alle attuali 35 mediante permessi), mentre per i nuovi assunti (fra cui gli atipici che saranno stabilizzati) si rinvia alla futura contrattazione decentrata con la Fondazione ma già anticipando che non si vuol riconoscere le 35 ore al personale turnista. La Rsu chiede l'applicazione degli accordi decentrati (compreso quello relativo alle 35 ore) a tutti i lavoratori della Fondazione e non solo a quelli assunti a tempo indeterminato dal Comune".

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