Faro acceso sul Teatro Romano, gioiello da recuperare

A 10 anni dalla consacrazione da parte dell'Unesco a patrimonio mondiale dell'umanità, il sito archeologico punta ad una nuova valorizzazione ed un nuovo utilizzo.

(red.) Nel 2011 è stato dichiarato dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità e fa parte del sito seriale Longobardi in Italia: i luoghi del potere (568 – 774 d.C.).
A dieci anni da questa importante consacrazione tra i manufatti storici di rilievo a livello internazionale, il Teatro romano di Brescia torna ad essere al centro dell’agenda culturale dell’amministrazione pubblica.
In che modo? Come riporta Bresciaoggi, Comune e Fondazione Brescia Musei, ad aprile, torneranno ad accendere i riflettori sul sito archeologico, in un convegno che vedrà la partecipazione di Massimo Osanna, direttore dei musei di Stato, Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte e il sovrintendente di Brescia, Luca Rinaldi.

Un incontro che vuole essere il primo passo verso la valorizzazione del sito, dopo l’apertura del corridoio Unesco.
Lo studio di architettura ARW di Camillo Botticini ha progettato un intervento “light” che, non impattando sul Capitolium, rende fruibile tutta l’area romana bresciana, anche quella del foro stesso che diventerebbe fruibile nella zona delle sedute (1500 posti a sedere previsti) e rimuoverebbe anche il ponticello di ferro, riordinando, anche visivamente, tutta l’area che appare, ora, frammentata e poco omogenea tra un passaggio e l’altro.
In vista poi di Brescia Bergamo capitali della cultura 2023, è previsto un progetto che connetterà  il parco archeologico del Capitolium ai reperti romani sottostanti il palazzo Martinengo di via dei Musei.

 

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