Brescia, vandalizzati i manifesti della mostra di Badiucao “La Cina non è vicina”

(red.) Nel corso degli ultimi dieci giorni la quasi totalità degli impianti pubblicitari fissi (banner, totem e stendardi), e buona parte delle affissioni stradali, dei manifesti e delle locandine collocate a Brescia e dedicate alla mostra La Cina non è vicina. BADIUCAO – Opere di un artista dissidente, allestita in città, al Museo di Santa Giulia dal 12 novembre 2021 al 13 febbraio 2022, sono stati vandalizzati. Nelle diverse vandalizzazioni è chiaramente riconoscibile una deliberata e coerente matrice deturpatoria nella cancellazione delle informazioni tecniche e logistiche essenziali alla visita, quali il luogo dell’esposizione e le date, il titolo e, talvolta, l’immagine guida scelta per promuovere la mostra (Carrie Lam, 2018).

“Il fatto è emblematico”, si legge in una nota di Brescia Musei, “e trascende il decoro urbano poiché l’esposizione è la prima personale dedicata a Badiucao, pseudonimo dell’artista-attivista cinese noto per la sua arte di protesta, attualmente operante in esilio in Australia. Il percorso espositivo ripercorre l’attività artistica di Badiucao, dagli esordi alle opere più recenti che sono nate in risposta alla crisi sanitaria innescata dalla pandemia di Covid-19. Grazie al suo blog, ai social media e a campagne di comunicazione organizzate, Badiucao porta avanti la propria attività di resistenza, uno dei pochissimi canali non filtrati dal controllo governativo capace ad esempio di trasmettere i racconti dei cittadini di Wuhan durante il lockdown del 2020. Proprio nel 2020 gli è stato conferito dalla Human Rights Foundation il Premio Václav Havel Prize for Creative Dissent, destinato ad artisti che creativamente denunciano gli inganni delle dittature.
Poiché è di tutta evidenza che le azioni compiute sui materiali promozionali della mostra nella città di Brescia non siano una vandalizzazione occasionale, come avviene in altre occasioni, tali azioni denunciano un chiaro intento di natura censoria nei confronti dell’artista e dei promotori del progetto, il Comune di Brescia e la Fondazione Brescia Musei. Per contrastare la violenza intrinseca in queste cancellature, simbolico bavaglio al progetto, i promotori della mostra, in accordo con l’artista, hanno deciso di non rimuovere né sostituire tali impianti promozionali e di far conoscere agli organi di stampa e all’opinione pubblica la violenza connaturata a questi gesti, affinché anche una simile azione possa consolidare il lavoro di denuncia dell’artista e le ragioni del programma artistico e culturale in scena a Brescia.

Badiucao cartelloni danneggiati

“Questi atti vandalici ci dimostrano una volta di più quanto fosse necessaria a Brescia una mostra di tale significanza, volutamente inserita nella cornice del Festival della Pace che, fin dalla sua istituzione, vuole accendere un faro sulla violazione dei diritti. Non può esserci pace senza diritti, nemmeno a Brescia. L’arte in tutte le sue forme è sempre più ambasciatrice del diritto di parola e di libero pensiero, i tentativi di censura alla mostra di Badiucao sono la dimostrazione di quanto siano efficaci e necessari i suoi messaggi” ha dichiarato la vicesindaco Laura Castelletti.

“Questo tipo di azioni violentemente censorie, ironicamente, rafforzano gli obiettivi del Comune di Brescia e della Fondazione Brescia Musei e non intaccano i risultati complessivi del progetto, fornendo semmai ulteriore visibilità ed impulso al sostegno di questo programma per la democrazia e la libertà che sta riscuotendo enorme attenzione a livello nazionale e internazionale, riverberandosi anche nella elevata frequentazione degli spazi espositivi allestiti da Badicuao”, commenta Francesca Bazoli, Presidente della Fondazione Brescia Musei.

Badiucao cartelloni danneggiati

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