Coronavirus e vaccini, Del Bono: “Brescia abbia un’attenzione particolare”

Il primo cittadino chiede che la campagna vaccinale abbia un cambio di passo rispetto all'attuale lentezza.

(red.) Da giorni, di fronte al fatto che ormai per tre giorni consecutivi si sono superati i 1.000 nuovi casi positivi al contagio da nuovo coronavirus, è chiaro che a livello nazionale, dal punto di vista degli infettati rispetto alla popolazione, ci sia un preoccupante caso Brescia. D’altronde, se altri territori, compresi quelli di Milano o di Bologna e fino a Napoli sono colpiti, queste sono però città metropolitane rispetto alla più piccola Brescia e provincia. Per questo motivo ieri, venerdì 5 marzo, il sindaco di Brescia Emilio Del Bono è tornato ad alzare la voce per chiedere anche e soprattutto che la campagna di vaccinazione abbia un cambio di passo.

Tanto da chiedere alla Regione Lombardia e al Governo una particolare attenzione per il territorio bresciano. Ma il primo cittadino parla anche delle restrizioni da fascia arancione scuro in cui Brescia già si trova dal 23 febbraio, ma forse non sufficiente. “Non tocca a me decidere il colore delle zone – ha detto il sindaco – ma si valuti se l’arancio rafforzato è sufficiente. Meglio sacrifici subito, che una sofferenza prolungata“. E chiede anche che “il Bresciano abbia la priorità rispetto ad aree con meno problemi” parlando dei vaccini. Ma si rivolge anche al fatto che le strutture sanitarie stanno tornando a riempiersi e “bisogna evitare che abbassino l’offerta sanitaria perle patologie croniche. Non possiamo avere, come durante la prima ondata, tutti i reparti occupati dai malati Covid”.

Senza dimenticare, però, di rivolgersi anche ai propri cittadini chiedendo loro di collaborare nel rispetto delle norme. E subito dopo il primo cittadino parla ancora delle dosi di vaccino. “La campagna vaccinale sta proseguendo troppo lentamente, è fondamentale un cambio di rotta. In primavera arriverà un numero consistente di vaccini – dice Del Bono – ma per far sì che siano utili dobbiamo contare su una macchina organizzativa pronta”.

E anche la consigliera comunale delegata alla Salute Donatella Albini chiede di “dare precedenza alle fasce di popolazione più a rischio tra anziani, disabili, immunodepressi, insegnanti, dai nidi fino alle scuole dell’obbligo, e i servizi essenziali tra cui i lavoratori dei supermercati”. Infine, il primo cittadino è tornato a chiedere dati più precisi sui tamponi processati Comune per Comune e capire l’indice di positività per valutare ogni singolo territorio.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.