Brescia, costringe una connazionale a sposarlo: condannato

Un anno di soprusi ha portato la vittima a denunciare l'uomo. Ieri il giudice gli ha rifilato 3 anni e quattro mesi.

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(red.) Ieri, mercoledì 3 febbraio, dal giudice del tribunale di Brescia Elena Stefana è arrivata una sentenza di condanna, dopo il processo celebrato con rito abbreviato, a 3 anni e quattro mesi di reclusione nei confronti di un uomo pakistano. Le accuse a suo carico erano pesanti, tra sequestro di persona, violenza privata e stalking aggravato. E ora, dagli arresti domiciliari in cui si trova dal momento in cui per lui sono scattate le manette, dovrà scontare la pena.

Come hanno ricostruito gli agenti della Squadra Mobile che hanno arrestato l’uomo, lui avrebbe costretto una donna poco più giovane e connazionale a sposarsi. E in quel periodo non sarebbero mancate le minacce, violenze, insulti e soprusi per un anno. Tutto era iniziato nel giugno del 2019 quando l’uomo era riuscito con la forza a portare in auto la donna alla moschea di via Corsica e poi a Cremona dove la stessa vittima è stata costretta a pronunciare il sì al matrimonio.

Ma è stata una relazione pesante, tanto che la donna, dipendente di lavoro dello stesso violento, è stata anche chiusa e picchiata in ufficio. Poi era arrivato il lockdown del marzo 2020 durante il quale la donna ha ricevuto messaggi e telefonate minacciose. A quel punto la vittima ha trovato la forza di denunciarlo facendo scattare le indagini e l’arresto e, da ieri, anche la condanna.

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