Clochard ucciso a Chiari, in aula accusato parla di un complice

Ieri udienza sui fatti avvenuti nel 1999 tra senza tetto. E in tribunale non sono mancati nemmeno i colpi di scena.

(red.) In un’aula di tribunale a Brescia ieri, venerdì 18 dicembre, si è tornati indietro di ventuno anni, al 1999, quando il senza tetto Bajram Muca venne ucciso in un tunnel, usato dai clochard come rifugio a Chiari. Ieri in tribunale con l’accusa di omicidio volontario è stato sentito Lulzim Rubjeka 41enne albanese arrestato proprio in Albania nel 2017, poi estradato in Italia e ora a giudizio. Ma lui stesso si è difeso dicendo che quella sera si era limitato ad accompagnare un altro in quel tunnel.

E quell’altro sarebbe un uomo che attualmente si trova detenuto nel carcere di Como per omicidio. Questo, senza tetto anche lui, sarebbe stato derubato dell’orologio e in seguito avrebbe cercato di prendersi la sua vendetta. Nel mirino erano finiti un 53enne albanese riuscito a salvarsi e ieri in aula come testimone e proprio la vittima.

Tra l’altro, anche un cugino di Muca ha sostenuto come Rubjeka stesse dicendo la verità su quanto sarebbe accaduto nel 1999. Bajram Muca, condotto all’ospedale Civile dopo la rapina degenerata in violenza, era finito in coma e poi deceduto. Per quella morte si pensava si trattasse di meningite, tanto da portare l’accusa a chiedere l’archiviazione. Ma il giudice si era opposto disponendo nuove indagini che hanno portato all’attuale processo. Il procedimento è stato aggiornato all’11 gennaio per la sentenza.

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