Brescia, calano i reati. Ma aumentano quelli informatici, usura e spaccio

Si pone al 43° posto su 106 province e con 3.418 denunce ogni 100 mila abitanti. La tendenza è in continuo calo.

(red.) Aldilà della percezione generale, a Brescia si registra nei dati un costante calo delle denunce di reato. Mentre aumentano solo quelle collegate al periodo di lockdown della scorsa primavera, come i reati informatici. E’ quanto emerso dalla presentazione di ieri, giovedì 26 novembre, in commissione Sicurezza a palazzo Loggia da parte del comandante della Polizia locale Roberto Novelli. E si tiene conto dei dati pubblicati dal Sole 24 Ore e forniti dal Ministero degli Interni che portano il bresciano al 43° posto tra le 106 province italiane e con 3.418 denunce ogni 100 mila abitanti.

Un dato che ha visto un calo ancora più marcato, fino al 26%, delle denunce nei primi sei mesi del 2020 anche grazie al lockdown. Ma al contrario sono aumentate quelle di violenza tra le mura domestiche. I reati per i quali le denunce sono aumentate sono quelli informatici con un +23%, usura in aumento del 9,8% e spaccio del 5,9%. Sono numeri riferiti al periodo dall’1 marzo al 31 ottobre. Nel bilancio si parla di oltre 26 mila persone controllate, oltre 7 mila attività controllate e 22 mila presidi messi in campo.

Sono state anche emesse 1.137 sanzioni, 94 ad esercizi commerciali che in 21 casi sono stati chiusi e altre 1.022 a chi ha violato il dpcm. Le zone cittadine più interessate dai controlli sono state la stazione ferroviaria, il comparto Milano, il Carmine e il centro storico. In stazione sono scattati 25 arresti per spaccio, 200 sanzioni per violazione del regolamento di polizia urbana, altri otto arresti in via Milano e via Vallecamonica per spaccio e 71 servizi antiprostituzione.

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