Processo Sorrentino, accusa chiede undici condanne

Per l'accusa il titolare della pizzeria di via don Vender sarebbe il punto di riferimento dell'intero giro criminoso.

(red.) Ieri, giovedì 24 settembre, in tribunale a Brescia si è svolta un’altra udienza nell’ambito del processo ribattezzato “Sorrentino”, dal nome del principale imputato titolare della pizzeria “I tre monelli” di via don Vender, in città. L’accusa ha chiesto undici condanne e tre assoluzioni a fronte di quattordici imputati, mentre un altro è deceduto nel periodo tra le indagini e questo procedimento in corso. L’inchiesta era stata lanciata dalla Direzione distrettuale antimafia sostenendo che Sorrentino e gli altri soggetti gestissero situazioni da estorsioni aggravate dal metodo mafioso, ricettazione e traffico di sostanze stupefacenti.

Secondo l’accusa, deux ex machina era proprio Massimo Sorrentino la cui pizzeria avrebbe ospitato, in orari notturni e di chiusura, degli incontri per pianificare i giri illeciti. E un’altra conferma, dal punto di vista dell’accusa, arriva dal ritrovamento di fucili a canne mozze e pistole nel locale. L’accusa a vario titolo per tutti è di associazione a delinquere aggravata dall’uso del metodo mafioso e che nel 2018 ha portato all’arresto di Sorrentino e di altri soggetti ora alla sbarra.

Tra gli imputati, ma per corruzione, c’è anche un ex poliziotto ora in pensione accusato di accesso abusivo al sistema e rivelazione di segreti di ufficio. Per questi fatti sono state richieste le condanne. Per un altro caso, invece, cioé la violenza sessuale denunciata (poi ritirata) da una giovane che aveva detto di essersi vista dare della cocaina e costretta a subire gli atti sessuali di ritorno da una festa in Valsabbia, l’accusa ha chiesto tre assoluzioni per non aver commesso il fatto. Il processo è stato aggiornato al 4 novembre quando il pm continuerà nella sua requisitoria dando poi spazio alle difese.

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