Sospesa l’ordinanza antighetto

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    kebab8.jpgLo ha stabilito il Tar su ricorso delle attività interessate dal provvedimento comunale.


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    (red.) Sospesa l’ordinanza antighetto. Lo ha stabilito, mercoledì, la seconda sezione del Tar di Brescia, accogliendo in via cautelare i ricorsi delle attività commerciali che si erano opposte alle misure restrittive imposte dall’amministrazione comunale in alcune zone della città, al quartiere Carmine e nel distretto commerciale tra via Valsaviore e via Vallecamonica.
    In attesa che il Tribunale amministrativo si pronunci sul merito dell'ordinanza, intanto la delibera comunale non ha più validità. I giudici hanno però già fissato un'udienza pubblica per il 19 ottobre.
    Chi ha presentato ricorso? Il Circolo di Radio Onda d'Urto di via Battaglie, e i locali di via Vallecamonica “Dolce & Salato”, “Dolce, salato & Company” e “Al dopo disco”, i quali avevano già protestato in passato, lamentando un danno economico derivante dalla chiusura alle 22 imposta dal comune.
    L'ordinanza, sperimentale e temporanea, aveva scadenza al 30 giugno ma, nel frattempo, la Loggia, con una recente deliberazione, ha deciso che dovesse rimanere valida fino al 30 aprile per il centro storico, imponendo anche che i circoli potessero rimanere aperti fino alle 24 senza però la possibilità di somministrare alimenti, mentre nessuna modifica era nel frattempo stata apportata per gli esercizi commerciali della periferia.
    Entrambe le delibere non sono reiterabili, come già stabilito dal Tar di Bergamo.
    Nei mesi scorsi era anche stata avviata una raccolta firme contro il coprifuoco e, di contro, altri cittadini si erano invece espressi a favore della chiusura anticipata delle attività, considerando la misura utile ai fini della sicurezza, precisando che "sono stati accolti due ricorsi, relativi a circoli privati e attività artigianali, ma la decisione del Tar non comprende i pubblici esercizi e le altre attività commerciali".
    Un concetto sostenuto anche dal vicesindaco Fabio Rolfi, il quale ha ribadito che l’obiettivo del dispositivo comunale era quello di garantire la sicurezza e non danneggiare le attività economiche.
    Soddisfazione è stata espressa dai contraenti che hanno definito il pronunciamento del tribunale amministrativo “una vittoria della ragionevolezza”.

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