“Consiglieri, fermate l’ex Enel”

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p.zaloggia.jpgAppello di Italia Nostra all'assemblea di Palazzo Loggia. "Varianti negative".


(red.) Non molla sul comparto ex Enel – tra via Leonardo da Vinci e via Foscolo a Brescia – la sezione locale di Italia Nostra. Dopo aver diffuso un primo documento contrario (leggi qui), nonostante il quale le varianti al piano attuativo sono state approvate dalla commissione Urbanistica consiliare il 7 settembre (leggi qui), l’associazione ambientalista interviene nuovamente con un documento diffuso proprio questo lunedì 14 settembre, il giorno in cui il consiglio comunale di Brescia deve votare l’operazione edilizia. 
“Sull’area di trasformazione n.28, prevista dal vigente Piano regolatore (Prg), Italia Nostra ha presentato fin dal 2002 circostanziate osservazioni”, si legge nella nota, “auspicando l’effettiva conservazione unitaria dello storico complesso che è composto da edifici novecenteschi di grande rilievo architettonico destinati ad uffici ed alla produzione e da costruzioni con carattere storico-testimoniale, utilizzate come alloggio dei dipendenti dell’Enel (un edificio ottocentesco a due piani e una costruzione Anni 40 del Novecento a tre piani lungo via Foscolo, oltre a ‘case di ringhiera’ interne all’isolato)”.
“Il Piano attuativo approvato nel 2005”, riassume l’associazione presieduta da Rossana Bettinelli nell’appello ai consiglieri municipali della città, “manteneva invariati sedimi, dimensioni e altezze di questi edifici. Ora, invece, la società bresciana nuova proprietaria del complesso, chiede al comune di abbatterne e di sostituirne alcuni con condomini a quattro piani provocando una grave compromissione del profilo di una parte significativa del paesaggio urbano consolidato, pur salvaguardato dal vigente Prg”.
Al consiglio comunale Italia Nostra lancia quindi un appello perché dica no alla variante, ed elenca una serie di motivi che spiegano la propria opposizione.
“La nuova proprietà dell’ex-Enel, per propria scelta e interesse, pretende di variare il Piano attuativo approvato, barattando la realizzazione del nuovo edificio previsto nella corte interna al comparto con una spalmatura delle superfici già autorizzate in altre parti dell’isolato”.
“Vogliono abbattere edifici esistenti”, lamentano gli ambientalisti, “oltre a quello interno alla corte con tipologia ‘a ringhiera’, anche i due edifici che completano la cortina continua edificata con diretto affaccio su via Foscolo. Un edificio è Ottocentesco a due piani (alto sei metri) , l’altro è del 1940 a tre piani (alto dieci metri). Questi verrebbero sostituiti da un condominio a quattro piani alto 16 metri compromettendo gravemente il paesaggio urbano consolidato del sito. La nuova costruzione sarebbe del tipo ‘anni 1960’, arretrata rispetto alla via Foscolo: espediente progettato per rispettare le distanze dagli edifici prospicienti, imposte dal codice civile, (più difficile da ‘variare’ rispetto a un Piano regolatore!)”.
“Il Piano Regolatore vigente salvaguarda la ‘città consolidata’, prescrivendo l’immodificabilità degli edifici esistenti, consentendone la sola ristrutturazione, senza alterazione di superfici, né delle altezze esistenti”, sottolinea Italia Nostra, che poi si chiede: “A chi giova cambiare le regole del Piano urbanistico comunale vigente?”.
Il documento segnala anche il fatto che con la variante i parcheggi interrati diminuiscono di 290 metri quadrati: “Per la ‘sistemazione’ di quelli a raso su suolo pubblico, in lato nord di via Foscolo verso Campo Marte (dove, oltre a quelli che già ci sono?) viene riconosciuto alla società uno scomputo di 120 mila euro sugli oneri di urbanizzazione primaria. Si evidenzia che la previsione di un unico accesso carraio in entrata ed uscita per 650 automobili lungo via Foscolo contraddice ogni soluzione di buon senso”.
Ma le contestazioni non finiscono qui, perché Italia Nostra evidenzia che “nel piano attuativo approvato le aree a ‘standard’ erano pari a mq 5.536 e quelle non reperibili in sito, venivano monetizzate. Nella variante le aree a standard diventano mq 10.136”.
Il motivo? “Perché vengono aggiunti 4.600 mq ad uso pubblico del cortile interno all’isolato ex Enel, definito ‘piazza’. Cosa che in realtà non è, essendo la corte interna all’isolato ex-Enel, destinata dal progetto a mera copertura dei sottostanti parcheggi. Si tratta infatti di uno spazio destinato a rampe di accesso ai parcheggi, a scale di accesso ai parcheggi e pure a griglie di aereazione degli stessi parcheggi. Quel che rimane, non è altro che qualche percorso pedonale – comunque indispensabile per i residenti e le attività previste – che fa slalom fra griglie e rampe e le emissioni inquinanti di 650 automobili in quotidiano andirivieni”.
“A chi giova”, si domanda ancora Italia Nostra, “la destinazione a standard di un cortile interno che piazza non è, piuttosto che ‘monetizzare’ e pagare al comune gli oneri di urbanizzazione?”.
“Nel nuovo schema di convenzione”, conclude l’associazione, “i proprietari dell’ ex- Enel si prestano a un ‘contributo straordinario’ di 400 mila euro per il comune, badiamo bene non in danaro, ma ‘pari’ ad opere da realizzare dagli stessi direttamente nell’area comunale di Campo Marte. Ma davvero? Non opere di bene quindi, ma… fiori”.

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