Casa Pound: “Eravamo a Vobarno ma estranei al rogo”

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(red.) “Siamo assolutamente estranei all’attentato incendiario che nella notte del primo luglio è stato compiuto ai danni dell’Hotel Eureka. Si tratta, per di più, di una modalità di un’azione che non ci appartiene in alcun modo: il nostro agire è sempre politico, sempre alla luce del sole e da sempre condanniamo e disprezziamo azioni intimidatorie e attentati mafiosi di quel genere”.

E’ quanto si legge in una nota di Casa Pound Italia Brescia in risposta ad alcuni articoli di stampa che tirano in ballo il movimento. “E’ vero  –afferma Davide De Cesare responsabile provinciale di CPI- la notte del primo luglio eravamo anche noi a Vobarno, ma solo per affiggere uno striscione contro l’ennesima speculazione sull’immigrazione clandestina.
Purtroppo, poco più tardi e quando i nostri militanti erano già andati via, qualcuno ha incendiato l’interno dell’hotel Eureka”.

“Il proprietario dell’hotel – continua De Cesare – che capiamo essere stato molto scosso dall’attentato subito, si è affrettato a collegare il nostro striscione con quanto accaduto senza che ci fosse nessun riscontro investigativo o conferma di alcun tipo alla sua supposizione, come se Casa Pound avesse in qualche modo rivendicato questo attacco incendiario. Non è così, mai sarà così: Casa Pound si è sempre schierata in maniera molto netta contro l’apertura di nuovi centri d’accoglienza, contestando anche duramente etalvolta interponendosi fisicamente a difesa degli interessi della popolazione,ma rifiuta e condanna nella maniera più netta possibile l’utilizzo di metodiche non siano quelli politici e del libero confronto”.

“Per quanto ci riguarda – aggiunge De Cesare – quella subita dal signor Ponchiardi è un’intimidazione in puro stile mafioso, che condanniamo e di cui capiamo perfettamente la portata, per essere stati noi stessi nelle nostre sedi più volte oggetto di attacchi e attentati dalle modalità molto simili. Per questo, pur comprendendo lo stato d’animo del signor Ponchiardi, dobbiamo però diffidarlo dall’associarci a quanto gli è capitato e, ugualmente, dobbiamo avvertire la stampa che non tollereremo alcuna strumentalizzazione ai nostri danni di questa vicenda come della preoccupazione di chi ne è stato vittima”.

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