Disoccupazione giovanile, “Gli interventi dell’europarlamento”

(red.) Il Parlamento europeo voterà, giovedì 17 luglio, una serie di raccomandazioni per ridurre la disoccupazione giovanile in Europa, dopo il dibattito che si è svolto in mattinata a Strasburgo, che ha visto la partecipazione di Laszlo Andor, Commissario per l’occupazione e gli affari sociali. La votazione determinerà l’adozione da parte del neoeletto Parlamento del primo documento sulle misure per contrastare l’alto tasso di disoccupazione tra i giovani europei di età inferiore ai 26 anni.
Nel 2013, il Parlamento uscente aveva approvato due risoluzioni sulla disoccupazione giovanile: la prima invitava gli Stati membri a rendere più facile l’accesso dei giovani al mondo del lavoro o alla formazione; la seconda, invece, chiedeva un sostegno da parte dell’Unione Europea e l’adozione di standard qualitativi per tirocini e apprendisti. Il Parlamento inoltre, con la modifica delle Regole del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG), ha permesso la concessione di aiuti temporanei ai giovani che non hanno un impiego, un’istruzione o una formazione, a condizione che provengano da regioni colpite da licenziamenti.
“La mancanza di lavoro in Europa rappresenta una questione di primaria importanza per gran parte dei Governi dell’UE” – ha dichiarato l’europarlamentare Luigi Morgano (PD) – “È una situazione non solo assai “pesante” dal punto di vista sociale ed economico, ma anche frustrante e avvilente: pone le persone in una situazione di inferiorità e a considerarsi non idonee.
La drammaticità della situazione è testimoniata dai dati ripetutamente citati nel dibattito, in particolare quelli relativi alla disoccupazione giovanile che in Europa è al 23% e in Italia al 43%.Tre considerazioni: – Se non si inverte la tendenza creando nuove opportunità di lavoro, saremo costretti a registrare dati sempre più allarmanti; – al momento, il riassorbimento della disoccupazione giovanile appare lontano; – si deve investire su scuola, formazione professionale, università e ricerca per facilitare l’incontro tra domanda e offerta del lavoro, in particolare laddove si richiede innovazione; parallelamente vanno contrastati più efficacemente abbandono e dispersione scolastica.
Se la disoccupazione genera povertà, e la povertà supera le caratteristiche del fenomeno transitorio e congiunturale per assumere i connotati di una involuzione strutturale, siamo destinati ad un allargamento delle disuguaglianze sociali, fatto che minerebbe i diritti fondamentali dei cittadini. Proprio per questo motivo servono grandi scelte politiche e la mobilitazione di tutte le forze culturali, sociali e imprenditoriali.”

Luigi Morgano, Europarlamentare del Pd di Brescia

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