«Le dimissioni di Triboldi? Finte»

L'avvocato bresciano Lorenzo Cinquepalmi attacca l'ex direttore generale, appena dimessosi, che ha partecipato, martedì, ad una seduta in Loggia.

(red.) Le dimissioni del direttore generale del Comune di Brescia Alessandro Triboldi? Secondo l’avvocato Lorenzo Cinquepalmi sono «finte». Il legale bresciano lo afferma sulla propria pagina Facebook da cui lancia un affondo all’amministratore dimissionario, dichiarato incompatibile dall’Autorità Nazionale Anticorruzione.
«Oggi 18/03/2014, nella mattinata, nella sede del Comune di Brescia» scrive Cinquepalmi sul social network «si è tenuta la riunione settimanale della Giunta comunale. Gli assessori e i presenti, con un certo stupore almeno di qualcuno, hanno visto presentarsi il direttore generale dimissionario Alessandro Triboldi che ha partecipato ai lavori della Giunta dall’inizio alla fine, interloquendo, esprimendo pareri, comportandosi, insomma, in modo molto diverso da chi dovrebbe avere la valigia al piede».
«Le finte dimissioni di un direttore generale dichiarato incompatibile dall’Autorità Nazionale Anticorruzione non sembrano però aver turbato la responsabile dell’anticorruzione del Comune: infatti, la segretaria generale Carmelina Barilla risulta non avere fatto una piega» attacca l’avvocato.
«Intanto, naturalmente, l’ormai famoso parere dell’ANAC che dichiara incompatibile Triboldi, pervenuto in Comune da un mese, alla faccia della trasparenza non è ancora stato reso pubblico, nonostante il sindaco, nella conferenza stampa della scorsa settimana in cui, addirittura, ventilava di prendere posizione contro l’Autorità Nazionale Anticorruzione, avesse promesso di pubblicarlo il giorno dopo.
E, soprattutto, continua a latitare la dichiarazione che il direttore generale finto dimissionario deve sottoscrivere (e pubblicare sul sito istituzionale) per garantire di non trovarsi in condizioni di incompatibilità (difficile da firmare, vero?)». «Quella dichiarazione» conclude Cinquepalmi nel suo “J’Accuse” «senza la quale la sua nomina è inefficace fin dall’origine, e sulla cui mancanza si segnala l’assordante silenzio della segretaria generale, responsabile dell’anticorruzione».

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