Cgil su bonifiche amianto: «la Prefettura coinvolga gli enti locali»

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(red.) La Cgil di Brescia ha riunito, venerdì  25 ottobre, RLS (rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza) e RLST (responsabili territoriali) per un confronto di aggiornamento e un approfondimento sul rischio amianto, con lo scopo di rilanciare la propria iniziativa contrattuale in materia di salute e sicurezza.
Secondo quanto diffuso da un comunicato stampa, «il Piano Nazionale Amianto approvato ha colto in minima parte le richieste e le proposte messe a punto da organizzazioni sindacali e associazioni e ha disatteso il positivo intreccio contenuto nella stesura iniziale fra le tre diverse traiettorie: Salute/Sanità, Previdenza/assistenza e Ambiente e Bonifica, sacrificando maggiormente quest’ultima.  Ciò nonostante il giudizio sindacale prevalso ha preferito valorizzare lo sforzo fatto, e considerare il Piano un punto di avvio che necessita di ulteriore sviluppo e completamento, soprattutto per la parte Ambiente/Bonifiche».
«In Lombardia – continua il comunicato – il Piano Regionale  Amianto ha censito, al febbraio 2012, 66.140 strutture con presenza di amianto: 54.082 private e 12.058 pubbliche, per un totale  di  1.376.777 metri cubi di coperture in amianto. La legge regionale prevedeva l’obbligo di censimento territoriale entro gennaio 2013, e il Comune di Brescia ha recentemente pubblicato i dati forniti dai cittadini attraverso auto notifica:sono state ben 36.480 le segnalazioni ricevute per un totale di 46mila metri cubi di cemento amianto. Sono state individuate, tra queste 50 situazioni critiche di cui 1 5 da monitorare. Il punto fondamentale, se si vuole avviare un piano serio di bonifica è avere una mappatura completa del territorio, senza per questo rimandare gli interventi che possono essere avviati da subito».
Infine, per quanto riguarda gli 800mila euro stanziati dalla regione per le bonifiche negli istituti scolastici bresciani, «Considerati gli edifici coinvolti e la pericolosità dell’amianto, la Cgil e la Flc-Cgil di Brescia ritengono che il percorso di attuazione della rimozione debba essere “tracciabile” all’interno di una azione di coordinamento, di sorveglianza e controllo, a garanzia della salute e sicurezza della popolazione scolastica e dei lavoratori coinvolti nella realizzazione degli interventi. In questa prospettiva sarà importante la definizione della data di avvio dei lavori e il coinvolgimento degli enti preposti in materia di prevenzione in tutte le fasi del processo fino alla destinazione dei materiali rimossi e di risulta, della cui ubicazione deve essere data informazione preventiva. In questa prospettiva è importante che la Prefettura, quale istituzione garante della salute e sicurezza per la popolazione, attivi un tavolo cui coinvolgere gli enti preposti e gli enti locali interessati, avvalendosi del contributo dell’Anci e delle forze sociali».

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