Beccalossi, nuove norme contro il rischio idrogeologico

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(red.) «Una materia complessa, che Regione Lombardia considera una priorità. Per questo sentiamo la necessità di predisporre una legge regionale in tema di difesa
del suolo, che renda ancora più efficaci le politiche di prevenzione e presidio del territorio».
L’assessore al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo di Regione Lombardia
Viviana Beccalossi,  originaria di Brescia, parte da questa considerazione, per
illustrare il contenuto della comunicazione approvata in Giunta giovedì 27 giugno. «Regione Lombardia – ha detto Viviana Beccalossi – è da tempo impegnata a porre in essere azioni mirate a salvaguardare la sicurezza delle persone. Il nostro territorio è infatti attraversato da grandi fiumi e caratterizzato da una importante porzione montana: elementi, questi, che si sommano alla maggiore concentrazione di abitanti e di imprese di tutto il Paese».
Regione Lombardia sta attuando un programma straordinario di interventi, che si basa sia su nuovi investimenti sia sulla costante manutenzione delle opere esistenti. Il programma è finanziato per 70 milioni di euro dal Ministero dell’Ambiente e per 140 milioni dalla Regione, con 163 cantieri interessati. Inoltre, considerata l’importanza della materia, la Giunta ha previsto un ulteriore stanziamento di altri 10 milioni nell’assestamento di Bilancio 2013.
La nuova Legge dovrà essere condivisa con il Consiglio regionale, con gli Enti preposti alla disciplina di queste materie e con le associazioni e, oltre a rilanciare le funzioni di presidio territoriale, dovrà contenere importanti misure di semplificazione delle procedure, l’assegnazione ai Consorzi di Bonifica di un più incisivo ruolo di difesa delle aree di pianura, la valorizzazione del fondamentale ruolo degli imprenditori agricoli e forestali per le opere di manutenzione diffusa.
«Sarà  una legge con molti punti fermi – ha concluso l’assessore Beccalossi – a partire dal contrasto all’abusivismo esistente lungo i corsi d’acqua mediante il rafforzamento delle direttive di polizia idraulica. Vogliamo inoltre inserire concretamente l’obbligo di distanza minima di costruzione (10 metri per i corsi d’acqua di competenza regionale e 5 metri per quelli del reticolo consortile), per evitare lo sconsiderato restringimento dell’alveo dei fiumi e i conseguenti gravissimi problemi che si verificano in caso di piene, cui purtroppo recenti fatti di cronaca ci hanno abituato ad assistere».

 

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