Matteo Gaddi al primo attivo dei delegati Fiom di Brescia

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(red.) Si è svolto nella mattinata di lunedì 21 gennaio il primo attivo dei delegati Fiom di Brescia, davanti allo stabilimento Iveco di via Volturno, per discutere, in
particolare, dell’intesa separata sul contratto nazionale del 5 dicembre
tra Federmeccanica, Fim e Uil.
“Un’intesa”, ha spiegato Matteo Gaddi, candidato al consiglio regionale lombardo per la lista ‘Etico, A Sinistra per un’altra Lombardia’, figlia degli accordi separati del 2009 (modello contrattuale) e del 2012 (sulla produttività) non firmati, giustamente, dalla CGIL. L’intesa separata peggiora le condizioni salariali (toglie 800 euro all’anno ai lavoratori); regala alle imprese il potere di determinare orari e di imporre ore straordinarie (con la gente in cassa integrazione o in mobilità i padroni pretendono gli straordinari!); cancella ulteriormente gli spazi di democrazia nelle fabbriche”.
Gli attivi dei delegati FIOM hanno anche l’obiettivo di presentare la Carta Rivendicativa del Metalmeccanici. “Il luogo scelto per queste assemblee non è casuale: a Brescia la vertenza MAC chiama in causa la presenza complessiva del Gruppo Iveco. La IVECO non intende rispettare gli accordi sottoscritti sin dal 1999 e pretende di lasciare senza lavoro gli 84 lavoratori del reparto di stampaggio lamiere passati alla MAC. Questo è inaccettabile, così come è inaccettabile il fatto che per IVECO non esista ancora un piano industriale: con gli attuali carichi di lavoro, a Brescia non c’è lavoro per tutti i 2.400 dipendenti”.
Agli operai Gaddi ha ricordato anche il progetto di legge che la lista proporrà contro   le delocalizzazioni all’estero (verso Cina, Polonia, Romania ecc., cioè tutti i Paesi a basso costo del lavoro): secondo la proposta di legge, l’impresa che delocalizza deve restituire tutti i contributi pubblici che ha preso negli ultimi 20 anni.

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