Musei Civici, i lavoratori chiedono un incontro urgente

(red.) Un incontro urgente “per riattivare quel tavolo di discussione che era stato aperto sul finire del mese di giugno dell’anno in corso sul tema delle prospettive occupazionali dei lavoratori addetti ai servizi museali generali presso i Civici Musei d’Arte e Storia di Brescia”.
Lo chiedono i rappresentanti sindacali dei dipendenti bresciani con una lettera inviata al sindaco di Brescia Adriano Paroli e al presidente di Brescia Musei, Fausto Lechi.
“Le recenti e controverse vicende dei rapporti fra il Comune di Brescia, la Fondazione Brescia Musei e la ditta Artematica di Treviso, ampiamente dibattute nel corso del Consiglio Comunale del giorno 26 settembre e largamente riportate e discusse sulle pagine della stampa locale nel corso delle ultime settimane”, si legge nel testo della missiva, “hanno reso ancora più tesa e drammatica la condizione di preoccupazione degli operatori in questione riguardo il proprio lavoro ed il proprio reddito nei mesi a venire”.
“L’applicazione, entro la fine del mese di novembre prossimo venturo, del nuovo Capitolato d’Appalto predisposto dalla Fondazione Brescia Musei, con riduzioni del servizio e dell’occupazione nell’ordine del 50% e oltre, getta un’ombra pesante sulla vita lavorativa e sull’economia domestica di decine di addetti che su questa attività basano la sussistenza propria e della propria famiglia, oltre a delineare un incalcolabile decadimento in senso quantitativo e qualitativo delle attrattive culturali, museali e turistiche della nostra città”.
“La scelta, da parte dell’Amministrazione, di rinviare a “tempi migliori” gli investimenti finanziari necessari ad organizzare ed allestire nuove Grandi Mostre -dopo il naufragio della collaborazione con Artematica- ed a riqualificare e riaprire finalmente al pubblico i siti museali attualmente ancora chiusi per restauri”, viene sottolineato dai rappresentanti sindacali, “porterebbe in breve i lavoratori dei musei bresciani a vedersi dimezzati i contratti e ciò costringerebbe molti di essi a lasciare questa attività, disperdendo così un prezioso patrimonio di esperienza e professionalità, accumulato in numerosi anni di servizio continuato e fedele. Urgono risposte immediate alle richieste concrete di questi lavoratori: non per il 2014 o il 2015, ma per il 2013 e prima ancora per questi ultimi tre mesi del 2012”.
“Sul breve e medio termine la soluzione più tempestiva e meno onerosa ai problemi sopra esposti sta nel ricorso agli ammortizzatori sociali: la cassa integrazione in deroga può infatti almeno tamponare l’emergenza. Sospendendo l’aggiudicazione o, se ciò non fosse possibile, sospendendo l’applicazione del nuovo Appalto, con le risorse risparmiate con l’annullamento della mostra sui Maya si potrebbe prorogare ulteriormente il servizio alle attuali condizioni sino alla fine dell’anno in corso? Sino al 31/12/2012 i lavoratori sarebbero così “coperti” dalla richiesta di CIG attivata a giugno, che potrebbe in questo modo essere utilizzata appieno”.
“Per l’anno 2013”, viene suggerito nella nota, “si potrebbe poi integrare, come da tempo richiesto, il contratto d’Appalto con una “clausola sociale” che disponga comunque, a carico delle ditte assegnatarie, l’obbligo di fare una nuova richiesta di Cassa Integrazione? Questa soluzione permetterebbe di tutelare i contratti individuali degli operatori in vista di quella consistente ripresa del programma culturale, museale ed espositivo del Comune di Brescia che si auspica per il 2014 ed il 2015, anche nella prospettiva dell’Expo internazionale che avrà nella vicina Milano il suo fulcro”.

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