Damiolini, “condividere l’accorpamento degli istituti comprensivi di Cedegolo e Capo di Ponte
Più informazioni su
(red.) “Occorre fare chiarezza sul probabile accorpamento degli istituti comprensivi di Capo di Ponte e Cedegolo”.
Lo sostiene Severino Damiolini, consigliere Comunale di Sellero e delegato di Minoranza all’Unione dei Comuni della Valsaviore. “In riferimento alle notizie apparse sulla stampa ed alle dichiarazioni rilasciate dal Consigliere Provinciale Mottinelli e dal Presidente dell’Unione dei Comuni della Valsaviore, e sindaco di Saviore, Tosa”, si legge in una nota, “innanzitutto sottolineo che Mottinelli dice un’inesattezza quando afferma che l’Assemblea dell’Unione ha dato il via libera all’unanimità al passaggio della Scuola di Sellero sotto Cedegolo in quanto il sottoscritto non ha votato a favore della delibera in questione motivando ampiamente la propria decisione”.
Damiolini ripercorre poi le tappe dell’accorpamento. “Il 3 novembre 2010, a Sellero, si è tenuto un incontro a cui ho avuto modo di partecipare ad al quale hanno preso parte i sindaci dell’Unione, la dirigente scolastica Dottoressa Raimondi e numerosi genitori dei bambini della scuola primaria del Comune. In quella sede i genitori hanno fermamente espresso la propria contrarietà relativamente al passaggio del plesso scolastico di Sellero sotto Cedegolo, proponendo in alternativa proprio l’accorpamento dei due istituti.
Del resto parere negativo allo spostamento era stato espresso pochi giorni prima (si veda il relativo verbale www.iccapodiponte.it/Files/?Id=109871) anche dal consiglio di Istituto di Capo di Ponte”. Detto ciò, per Damiolini appare ovvio che un passaggio di Sellero sotto Cedegolo, non solo troverebbe la contrarietà dei genitori e degli insegnanti, ma porterebbe anche ad avere un istituto con poche decine di studenti oltre i 400, per di più con il rischio di un calo fisiologico e la concreta possibilità di ritrovarsi, tra pochissimi anni, punto e daccapo.
“La cosa che infastidisce però è osservare come, palesemente, alla base del ragionamento fatto sia da Mottinelli che da Tosa, non ci sia una reale scelta politica, sostenuta da ragioni oggettive, ma un problema che sembrerebbe essere di campanile: la fusione piace solo se la sede è Cedegolo, altrimenti è sbagliata. A tal proposito non si considera che la scelta di spostare la sede dell’istituto “unificato” su Cedegolo, oltre ad essere illogica, è anche poco sostenibile strutturalmente”. A Cedegolo, infatti, non ci sarebbero gli spazi fisici per gestire una segreteria da 1200 alunni (queste saranno le dimensioni del nuovo istituto comprensivo).
“La gestione di una struttura scolastica da 1200 alunni, distribuita su una ventina di plessi, una decina di comuni, da Cerveno a Saviore comporta notevoli difficoltà, ma dei problemi organizzativi di una realtà del genere gli amministratori locali pare non si preoccupino. L’unica preoccupazione per loro pare solo essere il luogo della sede della segreteria e il nome da dare all’istituto”.
Per questi motivi, per Damiolini è necessario coinvolgere da subito genitori, insegnanti e dirigenti scolastici, organizzando degli incontri pubblici a cui invitare anche la dirigente dell’ufficio scolastico, affinché qualunque decisione sia almeno frutto di una riflessione comune. “Bisogna evitare il rischio che tutto avvenga al buio della stanza dei bottoni e poi sia catapultata sulla testa dei cittadini senza possibilità di appello”.
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.