Petizione contro l’utilizzo dei richiami vivi nella caccia

(red.) È partita questo mese, la campagna per la raccolta delle firme contro l’utilizzo dei richiami vivi nella caccia da appostamento.
Si tratta di una petizione promossa dalla Lac (Lega Abolizione Caccia) contro l’utilizzo ed il possesso di uccelli selvatici, che vengono utilizzati dai cacciatori come richiami vivi per cacciare gli uccelli migratori e detenuti in condizioni incompatibili con la loro natura.
Le firme raccolte verranno inviate alla Commissione Europea – Direzione Ambiente e al Parlamento europeo – Commissione Petizioni, per chiedere il divieto di possesso di questi uccelli selvatici e il divieto di utilizzare i richiami vivi nella caccia, con inserimento dei suddetti divieti nella Direttiva 2009/147/CE (Direttiva Uccelli).
Un uccello da richiamo per essere utilizzato deve poter emettere il canto nuziale che in natura viene emesso in primavera. La caccia agli uccelli migratori viene però esercitata in autunno, quando questi uccelli non cantano e pertanto vengono sottoposti ad un trattamento artificiale che ne stravolge il proprio ciclo biologico al fine di farli cantare in un periodo innaturale, ovvero in autunno. Il trattamento consiste nel simulare l’inverno, cioè la stagione che precede la primavera. Questi poveri animali sono detenuti in primavera e in estate in locali quasi bui, con pochissimo cibo; gli vengono strappate alcune penne delle ali, del corpo e della coda per indurre il cambio di piumaggio artificiale, ovvero la muta. Questo trattamento ha come risultato lo sconvolgimento del ciclo biologico con il risultato che canteranno in autunno – inverno.
“Ritengo che l’utilizzo di richiami vivi nella caccia sia una pratica inaccettabile”, ha dichiarato l’on. Andrea Zanoni, europarlamentare del Gruppo Alde e Idv. “Le sofferenze che vengono inflitte a quei poveri uccelli sono inimmaginabili”. “Lo scorso maggio, anche la Commissione Ambiente in Parlamento Europeo ha preso finalmente atto della grave situazione approvando un mio emendamento per la tutela dei richiami vivi”.
“Sono certo che le firme raccolte saranno moltissime e il Parlamento Europeo non potrà fare a meno di ascoltare la voce dei cittadini europei. Ora spetta a tutti noi divulgare la petizione, affinché venga raccolto il maggior numero possibile di firme”.

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