Luoghi di culto, Belotti: “La scelta spetta ai comuni”

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(red.) “In riferimento alle dichiarazioni del sindaco di Cologne (dove è in discussione la concessione di un’area dedicata al culto islamico) apparse su ‘Giornale di Brescia’ del 7 febbraio scorso e ‘Bresciaoggi’ del 15 febbraio, relativamente alla paventata obbligatorietà di individuazione dei luoghi di culto nella stesura dei nuovi Piani di Governo del Territorio, a pena di annullamento dello stesso, è il caso di chiarire alcuni concetti”.
Lo ha detto l’assessore regionale al Territorio e Urbanistica Daniele Belotti, in merito al tema della previsione di nuovi edifici da adibire a luoghi di culto all’interno della pianificazione urbanistica.
“In primo luogo”, ha sottolineato Belotti, “va detto che l’intervento legislativo del 2011, voluto fortemente dal sottoscritto, ha la finalità di chiarire inequivocabilmente che le destinazioni religiose sono funzioni speciali, che devono essere governate dal Piano dei servizi, in quanto di servizi collettivi si tratta. La norma toglie pertanto dall’imbarazzo o dall’immobilismo tutti i sindaci che si trovano a fare i conti con luoghi di culto che fioriscono in centri abitati con semplici cambi di destinazione d’uso”.
“In secondo luogo”, ha aggiunto l’assessore regionale, “va detto che, a fronte dell’istanza inoltrata da una comunità religiosa, è solo e soltanto l’Amministrazione comunale che è tenuta a valutarne il contenuto, anche qualificando la confessione e verificandone statuto, presenza, diffusione e stabilità sul territorio. Non può certo imputarsi ad altri enti o istituzioni, una scelta autonoma, che i Comuni hanno la potestà di governare con assoluto discernimento, ma con assoluta indipendenza”.
“E’ bene quindi che il sindaco motivi tale autonoma scelta ai propri cittadini”, ha osservato, in conclusione, Belotti, “spiegandone le ragioni politiche e non già qualificando la scelta come mero atto compilativo prescritto dalla legge o incolpando soggetti che rispetto alle scelte del Piano di Governo del Territorio di Cologne non hanno potere di giudizio e controllo”.

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