Falò, Girelli e Ferrari (Pd): “Impegno a tutela dei riti della tradizione”

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(red.) Falò della tradizione salvi grazie anche al sostegno alla battaglia di tante comunità lombarde dato dal Gruppo del Pd in Consiglio regionale. Da quando è stato chiaro che la delibera di Giunta regionale del 2008, che detta misure per il contenimento dell’inquinamento e impedisce a questo fine le combustioni all’aperto, non escludeva da queste, dichiaratamente, gli eventuali riti della tradizione, i consiglieri del Partito democratico hanno sollecitato in ogni modo gli assessori competenti a salvaguardare almeno i falò delle festività.
Giovedì 22 dicembre, la Giunta regionale ha approvato una delibera in cui si modifica il punto in questione, che recita “divieto di combustione all’aperto, in particolare in ambito agricolo e di cantiere”. Adesso, Regione Lombardia ha deciso che “potranno comunque essere consentiti, previa autorizzazione del sindaco competente, falò e fuochi in occasione di feste, sagre di paese o comunque di eventi attinenti ai rituali calendariali della tradizione popolare culturale della Lombardia. L’autorizzazione deve comunque assicurare il rispetto delle norme vigenti e prevedere eventuali prescrizioni a garanzia della sicurezza dei cittadini e dell’ambiente”.
Esprimono soddisfazione per la scelta i bresciani Gianantonio Girelli e Giambattista Ferrari, consiglieri regionali del Pd: “Dopo che il falò di Cicognolo, in provincia di Cremona, era stato spento dalla norma antismog, abbiamo sollecitato la Giunta lombarda a ripensare a questo punto della normativa, discutendone anche in Commissione. Erano a rischio tutti i riti delle festività, da quelli prenatalizi a Sant’Antonio, ai giorni della Merla, e in tutte le province lombarde. E al di là di quelle che sono state le interpretazioni date in questi ultimi giorni, c’è stata una vera e propria sollevazione popolare, sulla spinta anche delle associazioni locali che si occupano di questi riti, per la tutela delle iniziative della tradizione. La decisione di buon senso della Giunta dimostra che non era una questione di secondo piano. Ora toccherà ai sindaci vigilare che la nuova regola venga applicata con la dovuta correttezza”.

 

 

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