Cup Vallecamonica-Sebino, il Pd: “Perchè trasferirlo in Sicilia?”

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(red.) Cosa accade da due mesi al Cup (Centro Unico di Prenotazione) dell’Asl di Vallecamonica-Sebino? Se lo domanda il Partito Democratico di Ceto, Cimbergo e Paspardo che, in una nota, sottolinea come, “chiamando i numeri del CUP aziendale (0364.439501 per chi chiama da cellulare o al numero verde 800270662) per l’attivazione dei servizi principali (prime visite e visite in regime di Servizio Nazionale Sanitario) non rispondono più le operatrici del Cup di Ceto, ma il centralino del Call Center Regionale operante da Paternò in Sicilia”. Questo ha comportato, secondo quanto riferiscono i democratici, che, mentre prima, quando si parlava con l’operatore di Ceto (Brescia) avveniva un solo passaggio per ottenere il servizio, ora invece la procedura si è quadruplicata, poiché “con Paternò i passaggi sono quattro, le alternative 14 e il risultato incerto”.
“Lo sventurato utente che chiama”, si legge in una nota del Pd camuno, “prima di giungere ai servizi per la Valle Camonica, deve risolvere questi tre passaggi obbligatori: Digitare: 1 Milano Città; 2 provincia di Milano o altre province; quindi Digitare: 1 Garbagnate, Legnano, Monza, Melegnano, Desio ,Vimercate; 2 altre province lombarde; 3 altre strutture sanitarie Milano città, infine (3° passaggio) Digitare: 0 Bergamo; 1 Brescia; 2 Como; 3 Cremona; 4 Lecco; 5 Lodi; 6 Mantova; 7 Pavia; 8 Sondrio; 9 Varese”.
“Tutto questo”, viene evidenziato, “per sentirci chiedere, dall’operatore finalmente raggiunto (4° passaggio), su quale provincia lombarda intendiamo richiedere il servizio, poi resta da spiegare all’operatore che noi non abitiamo vicino a Brescia, ma in Valle Camonica dove competente per territorio non è l’Asl di Brescia ma quella di Vallecamonica-Sebino, altro che vedersi sciorinare le alternative sugli ambulatori più vicini a casa come accadeva col “nostro” CUP”.
“Potrebbe essere accettabile tutto questo se il servizio di Paternò costasse molto meno di quello di Ceto?” si domanda il circolo Pd camuno. “Crediamo di no, poi i documenti ufficiali dicono chiaramente che è vero il contrario (costi più che doppi). Quindi questo dubbio non c’è”.
“Il Cup aziendale”, spiega la nota del Pd, “è gestito da dicembre 2006 dalla Cooperativa Sociale CSC di Ceto. Siamo preoccupati per le sorti del Cup camuno vista l’aleggiante possibilità di dismissione del servizio in favore di un centro unico per tutta la regione (9 milioni di abitanti!) e considerata la delibera della Giunta Regionale n. 2405 del 26/10/2011 “Nuove determinazioni in merito all’evoluzione del Call Center Regionale di prenotazione delle prestazioni sanitarie”.
I democratici si chiedono se “è questo il modo di valorizzare chi con competenza e alta professionalità ha creato questa nicchia occupazionale degna del terzo millennio? Non andrebbero valorizzati percorsi come questo per spronare ed invogliare i giovani ad intraprendere anche in questi settori nella nostra Valle?” .
Inoltre, viene domandato: “Possiamo permetterci di perdere posti di lavoro (che oltretutto coinvolgono soggetti emarginati) in Valle Camonica in questo periodo di crisi?” E ancora: “Perché dobbiamo avere contemporaneamente in essere due realtà che attuano medesimi servizi pagando due volte e scegliere un servizio che costa di più ed è di qualità inferiore?”
Le domande vengono rivolte “agli enti competenti: Regione Lombardia ed ASL di Vallecamonica-Sebino oltreché ai partiti che tirano le fila di questi enti, Popolo delle Libertà e soprattutto Lega Nord che in Valle Camonica dispone di autorevoli esponenti”.
“La Valle Camonica, terra di Resistenza e di Libertà”, domanda il circolo del Partito Democratico, “deve piegarsi ai “giochi politici” che fanno capo ai fratelli La Russa (Romano Maria assessore regionale in Lombardia e Ignazio BENITO Maria già ministro della nostra Repubblica) nati a Paternò in Sicilia ed ora padroni spadroneggianti a “casa nostra”?”
“Chiediamo ai nostri democratici presenti nelle istituzioni di farsi carico del problema con delle apposite interrogazioni in Comune, in Comunità Montana, in Provincia, in Regione, ad ogni livello” e “agli amici della Lega se non è ancora giunta l’ora per loro della serietà e della coerenza”.

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