Dote conciliazione, Peroni: “Estenderla ed incentivare la natalità”

(red.) “La dote conciliazione è uno degli interventi più interessanti perché interviene su un problema che condiziona pesantemente la vita della donna e, di conseguenza, la famiglia. La conciliazione della funzione di lavoratrice, con ruolo madre, infatti per molte donne, purtroppo, è ancora un desiderio irrealizzato”. Così la bresciana Margherita Peroni, presidente della commissione sanità e assistenza di Regione Lombardia, è intervenuta nel corso dell’incontro con l’assessore alla Famiglia, Giulio Boscagli, che ha partecipato alla commissione di mercoledì per rispondere, tra le altre, ad un’interrogazione relativa al bando per l’accesso alla “dote conciliazione”.
L’assessore ha reso noto che per la fase di sperimentazione del piano regionale per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro è stata effettuata un’analisi di priorità dei bisogni, che ha coinvolto gli enti e i soggetti territoriali chiamati alla definizione delle possibili azioni. Questi hanno presentato uno specifico piano di lavoro in grado di evidenziare peculiarità e priorità dei territori di riferimento, pur nel rispetto delle indicazioni contenute nel programma ministeriale. Nella provincia di Brescia, in particolare, sono state identificate come prioritarie per la dote conciliazione le lavoratrici madri che risultano dimissionarie durante il primo anno di vita del figlio. Affinché la conciliazione famiglia e lavoro possa diventare una strategia d’intervento trasversale alle diverse politiche regionali, sono stati predisposti strumenti a carattere programmatorio, legislativo e strumentale, come il “libro verde”, che sostengono ulteriori percorsi di sostegno territoriale.
Il lavoro svolto durante questa legislatura, secondo l’Assessore Boscagli, ha già dato buoni risultati, basandosi prevalentemente sul coinvolgimento di tutti quei soggetti che possano concorrere alla realizzazione di una rete di servizi e interventi a favore della conciliazione lavoro-famiglia. Al 6 ottobre, infatti, risulteranno attivati 12 accordi territoriali. Quanto alla sperimentazione avviata sui primi sei territori regionali, si è deciso di sostenere le madri lavoratrici che rientrano dal periodo di astensione obbligatoria dal lavoro, concedendo loro un rimborso fino ad un massimo di 1600 euro, 200 euro per ogni mese, per l’utilizzo di uno o più servizi destinati ai figli fino al compimento del primo anno d’età. Il sistema sperimentale è attivo dal 15 giugno scorso e al 5 settembre le domande pervenute sono state 226 per un importo complessivo di 320.200 euro.
Per sviluppare un piano di flessibilità aziendale  ed un piano congedo, entro la prima decade di ottobre sarà inoltre attivata la dote impresa, per cui il Ministero ha già stanziato 1 milione e 500 mila euro. A tal proposito la scadenza del bando è fissata al 15 ottobre. Insieme all’Università Cattolica di Milano, infine , Regione
Lombardia ha programmato un’analisi dei fabbisogni delle lavoratrici e dei lavoratori lombardi e la realizzazione di un network lavoro-famiglia, che sostenga e alimenti i percorsi di sperimentazione territoriale in atto.
“Mi auguro che la sperimentazione – ha concluso Margherita Peroni – ci dia buone indicazioni per estenderne l’applicazione, secondo le specifiche esigenze delle famiglie, a molte altre situazioni. Perché questo problema condiziona non solo le scelte della donna dal punto di vista personale, ma anche la sua disponibilità ad allargare la famiglia.  La dote conciliazione, se ben applicata, potrebbe aiutarci a incentivare la natalità, che deve continuare ad essere uno dei nostri obiettivi principali”.

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