Sciopero, lettera aperta dei Nonviolenti alla Cgil

(red.) In una lettera aperta alla Cgil, il Movimento Nonviolento di Brescia il ricorda al sindacato che il prossimo 25 settembre, i nonviolenti, insieme con “molti degli iscritti alla Confederazione (insieme ad altre decine di migliaia di cittadini/e “appassionati della pace”), sfileremo da Perugia ad Assisi nel 50esimo anniversario della prima “Marcia per la pace e la fratellanza  dei popoli” ideata e promossa da Aldo Capitini, fondatore del nostro Movimento”.
Il Movimento bresciano afferma di condividere “le ragioni della manifestazione odierna (6 settembre, sciopero generale contro la manovra, ndr.), sostenendo che “sia stato giusto, anche in tempo di crisi, usare una delle forme più classiche dell’azione nonviolenta,  strumento democratico per eccellenza: lo sciopero”.
“Siamo consapevoli”, si legge in una nota, “che per risanare il debito pubblico si debba  in primo luogo tassare i patrimoni milionari, le rendite, gli alti redditi, le transazioni finanziarie oltre che colpire quello scandalo tutto italiano che va sotto il nome di “evasione fiscale”. “Ma”, aggiungono i nonviolenti bresciani, “si dovrà operare anche dei risparmi, tagliare soprattutto le “spese improduttive” e in molti casi “dannose”. Tra queste ce n’è una che nessuno, sino ad oggi, ha avuto il coraggio di nominare: si tratta delle spese militari”.
“Mentre la nostra economia scivola verso una dura recessione, l’Italia è all’ottavo posto tra i Paesi che investono di più nella spesa pubblica militare”, ricorda il Movimento di via Milano. “La cifra di 25 miliardi impiegati nel settore “Difesa” nel 2010 (a fronte di un taglio di 8 miliardi alla scuola e ai servizi sociali), è il valore di un’intera finanziaria! Il Parlamento ha recentemente confermato l’acquisto di 131 cacciabombardieri F35, per un costo complessivo di 14 miliardi di euro”.
“Il Governo”, prosegue la “lettera aperta” alla Cgil, “ha già ipotecato, dal 2011 al 2019, altri 46 miliardi e mezzo! È risaputo inoltre che una parte della crisi finanziaria degli USA è data dai debiti contratti con le banche per sostenere le varie guerre in corso nel mondo, così da garantire lauti profitti, dall’altro lato, alle aziende belliche. Eppure si continua ad andare avanti, facendo finta di niente”.
“Noi del Movimento Nonviolento, oggi in piazza con te, ti chiediamo, cara CGIL, di fare tuo il vecchio ma sempre attuale appello del compianto Presidente Sandro Pertini: “Si svuotino gli arsenali, strumenti di morte, e si colmino i granai, strumenti di vita”.
“Ti chiediamo”, è l’appello del Movimento alla Camera del lavoro, “di dire in ogni piazza, in modo chiaro e forte, che il primo principio di equità, di civiltà, di costituzionalità ed eticità, è rappresentato dal taglio significativo (almeno 4 miliardi di euro) delle spese militari (come stanno già facendo Germania e Gran Bretagna), oltre che la riduzione degli organici delle forze armate (abbiamo 190 mila tra graduati e volontari di truppa, mentre gli uomini/donne impiegati all’estero non superano le 8.500 unità!), oltre che il ritiro delle truppe inviate nei vari teatri di guerra (in primis Afghanistan e Libia) in modo da ripristinare, non a parole, la lettera e la sostanza della Costituzione repubblicana (art. 11)”.
“Il Paese”, conclude la nota dei nonviolenti, “si difende rispettando e applicando la sua Costituzione: ripudio della guerra come strumento di offesa, uguaglianza dei diritti e dei doveri, tutela del lavoro, progressività delle imposte, giustizia sociale, diritto ad una libera informazione, partecipazione attiva e responsabile alla costruzione del bene comune”.

 

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