Ezio Franzoni: «Mirko non se lo meritava»

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(red.) A volte la vita è severa e costringe a scelte drastiche e irreparabili da prendere in una manciata di istanti. Scelte più grandi di noi, pesanti come macigni.
«Mirko non si meritava quello che è successo. Siamo una famiglia di persone perbene, ancora non ci capacitiamo di quello che è accaduto…». Ezio Franzoni ha la voce spezzata e fatica a parlare di quanto è successo a suo fratello Mirko, arrestato sabato scorso per aver sparato al 26enne albanese. E nei suoi occhi sembrano ripassare continuamente quei minuti fatali: la telefonata al fratello, la corsa per le vie del paese e poi le grida e il botto in lontananza. Momenti in cui tutto sarebbe potuto andare diversamente e di cui Ezio sente la responsabilità.
Il ladro era entrato proprio in casa sua ed era stato sempre lui ad avvisare telefonicamente del furto il fratello. Subito Mirko aveva preso la doppietta calibro 12 che usava per la caccia al cinghiale e si era precipitato per le vie del paese, con l’intenzione di recuperare il maltolto e, forse, anche di vendicarsi. Ezio però è convinto dell’innocenza del fratello e allo stesso tempo lo giustifica ribadendo la difficile situazione del paese, da tempo tormentato dalle incursioni di bande criminali. «Il territorio di Serle ormai è diventato una zona franca alla mercé di ladri e furti continui. Forse si poteva fare qualcosa per evitare questa tragedia: purtroppo a noi adesso resta solo il dolore».
Ancora più affranta la madre che, si rifiuta di parlare e, vinta dal dolore e dalla stanchezza, si ritira muta e arresa a un destino crudele che ormai, in famiglia, sembra irreparabile.

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