Omicidio Zani, madre e figlio accusati in concorso

(red.) Non è stata una semplice testimone del delitto del proprio marito, ma per il pm deve rispondere invece di concorso in omicidio con il figlio. Questo ha stabilito il magistrato Leonardo Lesti  che ha chiuso le indagini sulla morte di Giuseppe Zani, il 78enne artigiano trovato cadavere nel suo letto a Capriolo, nel Bresciano, il 18 luglio scorso.
Omicidio che quindi, per l’accusa, non è da addebitare solo al figliastro del pensionato, il 50enne Maurizio Alghisi, figlio di primo letto di Valeriana Alghisi, ma anche alla donna stessa.
La 76enne avrebbe partecipato all’omicidio in base a diversi indizi che la inchioderebbero: innanzitutto il fatto che l’abitazione, nella quale Alghisi non poteva accedere, fosse proprio quella notte aperta, e che addirittura sia stata la stessa anziana a favorire l’ingresso del figlio.
In secondo luogo, per il pm, Valeriana Alghisi, che quella notte non dormì, come testimonia il suo letto trovato intonso, abbia discusso a lungo col figlio e non abbia fatto nulla per evitare l’omicidio del marito, assistendo senza opporre resistenza alle coltellate che il 50enne infieriva sul patrigno.
Anche il tentativo di dissimulare una presunta aggressione, creando disordine nella stanza dell’omicidio, sarebbero, secondo l’accusa, azioni messe in atto dalla donna per coprire il figlio.
Tra le operazioni di occultamento delle prove anche la pulizia del coltello utilizzato per uccidere Zani e quella per nascondere gli abiti imbrattati di sangue del figlio.

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