Metrò di Brescia e Rennes a confronto

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(red.) Nei  giorni scorsi una delegazione di Comune di Brescia, Brescia Mobilità ed Università è stata in visita tecnica alla città di Rennes, nel nord della Francia, per confrontarsi  con una realtà urbana e trasportistica per molti versi analoga a quella bresciana, per raccogliere spunti strategici e collezionare elementi utili anche in vista dei nuovi sviluppi che andranno ad  interessare la  mobilità della nostra città nel prossimo futuro.
Erano presenti alla visita l’assessore all’urbanistica del Comune di Brescia Prof.ssa Michela Tiboni, il Presidente di Metro Brescia Arch. Ettore Fermi, il Direttore Generale di Brescia Mobilità e Presidente dell’Associazione Italiana Ingegneri del Traffico e dei Trasporti (AIIT) Regione Lombardia Ing. Marco Medeghini. il docente di Sistemi di Trasporto della Facoltà di Ingegneria di Brescia, nonché mobility manager dell’intera università Prof. Giulio Maternini, ed altri docenti e tecnici delle realtà in visita.
Rennes è la capitale della Bretagna, conta 200.000 abitanti nella città, più 220.000 nei comuni contermini, fino a 645.000 se si considera l’intera area  urbana e suburbana. E’ una città a forte vocazione universitaria (60.000 studenti), sviluppata nel terziario e, immediatamente fuori dai perimetri cittadini, nell’agricoltura.
Nel 2002 è stata inaugurata la prima linea della metropolitana leggera automatica, dopo una costruzione durata quasi dieci anni. Da pochi mesi, dopo i lusinghieri risultati riscontrati con la prima linea, è iniziata la costruzione della seconda linea (linea B), che intersecherà la linea A in due punti e consentirà di unire sud-est e nord-ovest della città. Intorno alla nuova linea si stanno progettando futuri insediamenti urbanistici, e lo sviluppo della città è progettato in sinergia con la realizzazione del nuovo asse di mobilità, come già era stato dieci anni fa con la costruzione della linea A.
Quando è stata lanciata la prima linea della metro  contava 33 milioni di viaggiatori/anno; nel 2007 erano 63,5 milioni e si prevede che nel 2020, dopo lostart della seconda linea, diventeranno 120 milioni. Anche a Rennes, come a Brescia, la metropolitana è stata un moltiplicatore per la mobilità pubblica, non solo in termini di numeri assoluti di viaggiatori, ma anche in termini di qualità ed efficienza del servizio e di incremento nell’innovazione. Per altro l’accoglienza della nuova infrastruttura, nei primi tempi, non era stata per nulla entusiasta: molte erano state le polemiche, sopratutto da parte dei comuni della cerchia periurbana, i quali lamentavano un investimento così importante che, si pensava, sarebbe andato a beneficio solo della capitale. Oggi l’utilizzo del mezzo è massiccio, e l’apprezzamento unilaterale, tanto che le reazioni all’avvio dei nuovi lavori sono state entusiaste da tutte le parti.
Molto interessante il fatto che l’introduzione della metro sia stata accompagnata da un’attenta opera di riorganizzazione e potenziamento della rete bus: l’obiettivo era garantire una risposta efficace anche a quanti, muovendosi su direttrici periferiche, non avrebbero potuto servirsi del nuovo mezzo. Si è così ripensata l’intera rete arrivando a costruire un sistema pienamente integrato: oltre alla rete bus (16.600.000km) e metro (oggi 2.200.000km), sono presenti 4 parcheggi scambiatori con 450 posti ciascuno, e biciclette a noleggio (oggi 2300 prelievi giornalieri circa, come a Brescia), con un sistema analogo alla nostra Bicimia.
Altra analogia importante con Brescia riguarda l’infrastruttura: anche la metropolitana di Rennes non ha tornelli.
Nel corso della visita è stato illustrato nei dettagli il sistema di mobilità della città di Rennes e tanti sono stati gli approfondimenti e gli scambi di esperienze tra le amministrazioni e tra i gestori.
Nei prossimi giorni i vertici di Brescia Mobilità incontreranno Sindaco e Assessore alla mobilità di Brescia per portare una relazione dettagliata di quanto osservato a Rennes, e gli elementi raccolti potranno fungere da stimolo rispetto alle valutazioni che riguardano il futuro di Brescia: la nostra metro, da poco avviata, è nella sua naturale fase di pieno sviluppo, ma l’esperienza di Rennes dimostra che è proprio in questi momenti di espansione che serve mantenere alto il livello di l’attenzioneper progettare nuovi assetti pensando alla mobilità come a una leva di successo per la realizzazione di una visione futura della città e del territorio circostante.

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