Izsler, convegno su Pcb e diossine in alimenti di origine animale

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(red.) E’ in programma il 4 febbraio a Brescia, il convegno “PCB e Diossine negli alimenti di origine animale”, promosso dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia  Romagna (IZSLER).
L’iniziativa risponde a uno degli obiettivi primari della Sanità Pubblica: la  sicurezza alimentare. Dal 2013 Brescia affianca, con rinnovata tecnologia, il laboratorio IZLSER già attivo da anni presso la sua  sede di Bologna nella ricerca dei microinquinanti ambientali grazie ad uno specifico finanziamento della Regione Lombardia.  L’attività analitica e scientifica nel settore PCB e Diossine, inizia già nel 2000, quando a seguito dell’emergenza in Belgio della “carne di pollo diossina” vengono avviate le verifiche negli allevamenti Lombardi. Da quegli anni l’IZSLER ha collaborato con diverse aziende pubbliche Regionali (ASL e ARPA)  nell’ “emergenza Caffaro di Brescia”, partecipando con i propri laboratori e i ricercatori alla conoscenza  scientifica sulla problematica.
La presenza di diossine e PCB negli alimenti di origine animale è una condizione che va al di là del problema  “Caffaro / Brescia” e la sanità pubblica è impegnata costantemente al controllo di tutto il territorio Lombardo. Salvo alcune eccezioni, in tutte le aree il livello di contaminazione degli alimenti è decisamente sotto i limiti di rischio previsti dalle normative europee. In considerazione del grande interesse dell’opinione pubblica sulle tematiche dell’inquinamento ambientale, L’IZSLER, le ASL e gli altri enti preposti, continuano la loro attività di monitoraggio cercando di mantenere alto il livello di informazione del consumatore. Il Convegno si pone da un lato l’obiettivo di fornire informazioni scientifiche sull’origine, la struttura e la diffusione in Lombardia delle sostanze organoclorurate, dall’altro, utilizzando le esperienze acquisite negli ultimi 10 anni, di proporre e condividere con le professionalità che operano sul territorio, un protocollo operativo di indagine sul campo, da applicare in caso di alimenti contaminati oltre i livelli di attenzione o nei rari casi nei quali si superano i livelli massimi.
La conoscenza e la disponibilità di dati ed informazioni sull’argomento costituiscono, dal punto di vista scientifico, un modello operativo ed organizzativo di importante rilievo non solo a livello nazionale ma anche internazionale e l’elevato livello d’integrazione delle informazioni e di collaborazione tra diverse istituzioni chiamate ad affrontare, gestire e comunicare il problema ne delineano un esempio di efficiente integrazione tra le differenti professionalità coinvolte.

 

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