Stipendi “tagliati”, il Tar respinge il ricorso dei magistrati

(red.) Il Tar di Brescia ha respinto il ricorso di 31 magistrati in servizio nel Distretto della Corte d’appello bresciana che si opponevano alla decurtazione dello stipendio per il triennio 2010-2013. Una riduzione dello stipendio, o meglio, di una trattenuta, pari a 4.295 euro pro capite.
I magistrati bresciani hanno presentato opposizione alla legge 30 luglio 2010 numero 122 che impone una riduzione degli stipendi ai lavoratori della Pubblica amministrazione finalizzata ad equilibrare il bilancio statale.
I giudici hanno rivendicato la intangibilità del proprio trattamento economico in quanto principio costituzionale di autonomia e indipendenza della magistratura. Ma la Seconda sezione del tribunale di via Zima non si è espressa a favore delle eccezioni espresse dai magistrati, respingendole.
La pretesa dei ricorrenti è stata giudicata infondata sula base di una decisone collegiale dei giudici del Tar che si sono basati (presidente Giorgio Calderoni, estensore della sentenza), sull’ordinanza della Corte Costituzionale del 14 luglio 1999, numero 299, che, in un analogo caso sulla manovra di bilancio, dichiarò che gli interventi per il contenimento della spesa dello Stato andavano ad incidere non solo sull categoria dei dipendenti pubblici, ma anche di altre categorie.

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