Il teatro entra in carcere per parlare di padri e figli

(red.) Il teatro e le sue storie tornano in carcere per il progetto, riservato in prima istanza agli ospiti degli istituti penitenziari di Brescia, sulla genitorialità in collaborazione con l’Associazione Carcere e Territorio.
Questa volta lo spettacolo del Teatro Telaio, “Persi e ritorvati” è dedicato alla casa cricondariale maschile di Canton Mombello, a Brescia, per contribuire a dare la possibilità ai papà detenuti di incontrare i loro figli in un contesto più famigliare.
La scelta del Telaio di inaugurare in carcere la sua principale rassegna dedicata alle famiglie ha due motivazioni: da una parte quella di contribuire ad una maggiore serenità degli incontri tra genitori detenuti e figli bambini e quella di sensibilizzare la cittadinanza a questo tema.
La rappresentazione è riservata esclusivamente agli ospiti di Canton Mombello.
La repliche aperte alla cittadinanza tutta cominceranno invece regolarmente domenica 6 novembre.
Si tratta di una storia buffa per parlare di mondi sconosciuti che si incontrano, della difficoltà di comunicare e comprendere chi è altro da noi, di un oceano da solcare per far crescere in noi affetto ed amicizia. E così diventare grandi. Come nasce un dialogo? Sono così importanti le parole? Tra mille gesti che restano incompresi e piccole gag surreali, continui fraintendimenti, alcuni enormi, altri apparentemente insignificanti, tra mille avventure e tempeste, i due arriveranno alla fine del loro viaggio. Ma un viaggio può veramente avere una fine? La regia e la drammaturgia sono di Angelo Facchetti, in scena Michele Beltrami e Paola Cannizzaro, per la scenografia di Francesco Levi.

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