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scuola.jpgDalla Cisl bresciana perplesità sul sistema istruzione del Paese.




(red.) L’anno
scolastico è iniziato regolarmente? Se lo domanda la segreteria Cisl scuola
Brescia che, pur sottolineando lo sforzo compiuto dall’Ufficio scolastico
provinciale per un avvio regolare dell’anno scolastico, manifesta le proprie
perplessità in merito alla “tenuta” sostanziale dello stesso.
Ai vecchi problemi da sempre connaturati alla scuola bresciana si aggiungono,
secondo i rappresentanti sindacali, anche quelli nuovi creati dalle scelte dell’attuale
Governo: taglio delle risorse, riduzione degli organici, aumento del numero di
alunni per classe, la minimalizzazione dei curricoli, i voti in cifre e quello
in condotta, il ripristino del maestro unico sono, secondo la Cisl bresciana, “espressione
apicale della volontà di cancellare gli ultimi quarant’anni di scuola italiana”  e non costituirebbero, invece, “risposte
adeguate ai problemi della scuola e nemmeno strumenti utili per metterla in
condizione di raggiungere gli obiettivi fissati dai paesi della Comunità europea
per il 2010”.
Da un lato, dunque, razionalizzare i costi, per arrivare ad un risparmio in tre
anni di otto miliardi di euro, dall’altro il dubbio manifestato dalla
segreteria bresciana che “le esigenze economiche stiano nascondendo un più
radicale progetto: ridefinire funzioni e finalità del sistema di  istruzione per determinare un nuovo modello
sociale”.
In una società votata fortemente all’uso e consumo, tale modello
scolastico
creerà, secondo  Enrico
Franceschini, segretario generale di Cisl scuola Brescia,”buoni produttori e buoni consumatori,
ben educati dei vari format televisivi”.
Ma l’affondo della confederazione dei lavoratori si spinge oltre con l’analisi
numerica della realtà occupazionale relativa al comparto scuola: le assunzioni
a tempo indeterminato del personale docente, infatti, coprirebbero solamente l’11%
dei posti vacanti.
Pur valutando positivamente i recenti provvedimenti
governativi e gli accordi regionali per la stabilizzazione dei precari (leggi qui), secondo
la Cisl locale, la piaga del precariato potrà essere risolta solo "determinando
organici coerenti con i realistici bisogni delle istituzioni scolastiche e”,
viene aggiunto,”assicurando la stabilizzazione del personale su tutti i posti
vacanti” (leggi qui).
Dal sindacato emerge anche la convinzione che “nella scuola operano persone che
meriterebbero
ben altra considerazione e valorizzazione da parte del Governo,
del Parlamento e dell’opinione pubblica”, e che “i problemi della scuola e del
suo personale non sono appannaggio di una singola parte politica”.
L’analisi della segreteria cittadina della Cisl prosegue con la constatazione
che “un paese che non pone al centro il sistema istruzione e il suo potenziamento,
sia un paese senza futuro, che determina per le nuove generazioni un debito ben
più pesante dei quello economico”.
Non solo critiche ma anche una serie di progetti concreti a cui la Cisl sta
mettendo mano
in vista di un autunno “caldo” sul piano politico-sindacale: in
esame c’è la questione del contratto nazionale e quella relativa alla
carriera professionale docente e della valutazione del sistema, a ciò si
aggiunge la lotta per la piena attuazione del Titolo V° della Costituzione sul  trasferimento delle competenze dallo stato
alle Regioni in materia scolastico-formativa e, in ultimo, la ridefinizione
dell’intero sistema del ciclo secondario (medie e superiori).
Una battaglia che
la Cisl si prepara a combattere anche con le elezioni per il rinnovo delle Rsu,
che si terranno i prossimi 2 e 3 dicembre.
“Siamo pronti al dialogo con tutti” conclude Franceschini “ma partendo da un
principio irrinunciabile: il considerare il sistema istruzione come bene comune
da sostenere e valorizzare per lo sviluppo morale, sociale, civile ed economico
del Paese”.



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