Quinta sentenza contro la Loggia

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    cgil-logo.jpgUn altro tribunale sostiene che i mille euro vanno dati a tutti, anche gli stranieri.

    (red.) Ancora una volta, la quinta nel giro di pochi mesi, un tribunale di Brescia ha dato torto all'amministrazione comunale sulla vicenda dei mille euro di contributo per i nuovi nati nel 2008. Soldi che la Loggia avrebbe voluto dare solo ai figli di cittadini italiani, e che una complicata vicenda legale ha portato alla decisione di distribuire, ma solo quando saranno finiti tutti i gradi di giudizio, a tutti i residenti aventi diritto (vedi qua). Questa quinta sentenza arriva dopo un reclamo del comune che aveva fatto ricorso contro l'ordinanza sul bonus bebè del giudice Alessio del 12 marzo 2009, in un procedimento sostenuto dalla Cgil (vedi Bonus bebé, la giunta non cede). Il collegio composto da Angelo Tropeano, Ignazio Onni e Giuseppe Magnoli ha confermato l’ordinanza: il bando va riaperto (come la giunta ha in effetti fatto) e l'amministrazione deve pagare anchele spese legali. Conferma anche la correttezza "tecnica": il tribunale del lavoro è competente in materia di discriminazione.
    "L'ordinanza depositata oggi", scrive il sindacato in un comunicato, "respinge totalmente il reclamo del comune facendo rilevare ancora una volta che la delibera comunale del 30 gennaio è stata una decisione "ritorsiva" nei confronti dei ricorrenti di cittadinanza straniera che, tramite la Cgil di Brescia e l'Asgi, avevano impugnato la delibera del 21 novembre 2008 che discriminava i cittadini stranieri nel comune di Brescia escludendoli dal bonus di mille euro". Nell'ordinanza si legge che "la revoca della delibera istitutiva del bonus bebè ha indubitabilmente creato conseguenze pregiudizievoli sia a carico delle vittime della discriminazione le quali si sono viste privare del beneficio loro riconosciuto dall'ordinanza del 26 gennaio 2009 del tribunale di Brescia sia degli originari beneficiari del bonus".
    "Pertanto", continua la Cgil, "con questa decisione il comune deve ottemperare alla sentenza sia del 26 gennaio 2009 sia del 12 marzo 2009 che decide di erogare il bonus bebè a tutti".
    Il sindacato poi si chiede "cosa si deve fare perché la giunta abbandoni questa impostazione sbagliata che non regge alla prova della legittimità? Non basta raccogliere tante volte il giudizio di discriminazione e di ritorsione per riconsiderare i limiti del proprio potere, che deve sottostare alla legge nazionale, alle direttive dell'Unione Europea, e soprattutto, alla Costituzione?"
    "I programmi elettorali saranno anche importanti", continua il sindacato, "ma non sono le tavole della legge e nessuno può arbitrariamente realizzare i desideri che vi sono espressi, se questi stridono contro gli ordinamenti che regolano la convivenza. Se per la giunta è questione di principio, provi a considerare che è sbagliato, e si convinca che non è per pregiudizio politico che abbiamo voluto difendere quello che per noi è diritto uguale per tutti i residenti in questo comune". Il testo completo della sentenza è disponibile sul sito del sindacato, seguendo
    questo link .

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