Anche Milano ha fatto i nomi

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I sei della Moratti. Tensione sulle nomine interne. L'inchiesta sui contatori.


(red.) Dopo Brescia che li ha comunicati mercoledì (leggi qui), anche il Comune di Milano ha reso noti i sei nomi che verranno inseriti nella lista per il consiglio di sorveglianza di A2A, che sarà votata dagli azionisti nell’assemblea del 22 febbraio.
Il sindaco Letizia Moratti ha designato Alberto Sciumè (Forza Italia), Cesare Spreafico (professionista vicino a Forza Italia), Adriano Bandera, Dario Cassinelli (Udc), Gianni Castelli (Lega Nord) e, in rappresentanza dell’opposizione, il docente universitario Marco Miccinesi.
La società A2A, compreso la parte ex Asm, in questa fase di passaggio è governata da Milano, poiché tecnicamente la multiutility di via Lamarmora è stata assorbita da Aem. E, come sempre accade in queste occasioni, si crea qualche problema di sovrapposizione manageriale che – stando ai malumori di parte bresciana riportati da alcuni giornali – viene spesso risolta a favore della struttura di Aem. Infatti la società milanese, contrariamente alla più sparagnina Asm, è piena di dirigenti e alti funzionari da collocare.
Secondo quanto pubblicato da alcuni organi di stampa, il consiglio di amministrazione di Aem negli ultimi giorni avrebbe piazzato dirigenti made in Milano in molti ruoli di peso, più di quelli previsti dagli accordi non scritti pre-fusione.
Per esempio, sono andati a milanesi otto dei dieci posti chiave dell’area corporate e mercato (diretta da Angelo Ravanelli, ex Aem) e due degli otto posti chiave nell’area tecnico operativa (diretta da Paolo Rossetti, ex Asm). Ma, secondo le voci, l'opera di "milanesizzazione" è molto più capillare e riguarda un po' tutti i settori. Con un obiettivo finale: prendere in mano il controllo del teleriscaldamento, indiscusso fiore all'occhiello della gestione bresciana.
Il vero problema generato da Aem è tuttavia un altro. Si tratta dell’inchiesta della Procura di Milano legata ai vecchi contatori del gas che – secondo le perizie – addebiterebbero agli utenti il 10-15% in più dei consumi effettuati in realtà. C’è l’ipotesi di truffa per i vertici di alcune società energetiche italiane, fra cui Aem, mentre il problema non si porrebbe per la rete Asm, che gestisce 201 comuni, tra cui Brescia.
Infatti, come informa la società bresciana, i contatori in servizio con più di vent’anni sono solo il 19% (hanno un’età media di 27 anni), mentre quelli con meno di vent’anni sono l’81% (età media: otto anni).
L'iter giudiziario è ancora agli inizi, ma eventuali multe o richieste in massa di rimborso da parte degli utenti potrebbero costar care e avere un peso importante anche per i bilanci di un colosso come A2A, che ovviamente risponde per Aem.

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