‘La terra e le fantasticherie’, Armida Gandini a Palazzo Martinengo Cesaresco

La terra e le fantasticherie, la mostra di Armida Gandini a Palazzo Martinengo Cesaresco a Brescia è aperta al pubblico fino al 18 settembre

Brescia. “Stranissimo, e sempre più stranissimo!”. Nelle sale del pianterreno di Palazzo Martinengo Cesaresco (via Musei 30 a Brescia) si sviluppa il percorso espositivo di Armida Gandini, organizzato per sale monografiche dedicate a singole serie espressive e guidato dal titolo La terra e le fantasticherie. Questo binomio mira a evidenziare due elementi apparentemente contrastanti tipici del lavoro di Armida Gandini: la ripresa di stimoli concreti, spesso ordinari, esistenti nella realtà quotidiana e il loro riutilizzo, decontestualizzato, per far nascere da essi nuovi significati e nuove “fantasticherie”.
Vecchie foto di famiglia, opere della storia dell’arte, spezzoni di film del passato, tappeti usati diventano i materiali evocativi, gli “oggetti-cercati-e-trovati”, da cui far scaturire inedite riflessioni identitarie sulle esperienze anche traumatiche e di superamento che rendono le persone quelle che sono.
La mostra è suddivisa in sezioni che alternano nuclei storici, allestiti secondo visioni attuali, a lavori recenti e inediti, tra cui l’importante corpus dedicato al film Marnie (1964) di Alfred Hitchcock da cui nasce la passione totalizzante di Gandini per il cinema. Tra balene piangenti, lacrime concretizzate nel vetro, tappeti da viaggio, bambini fiabeschi, borsette camminanti, climax rossi – in un caleidoscopio di medium e tecniche – la mostra racconta l’avventura dell’esistenza con i suoi traumi e discontinuità.
Il percorso espositivo si sviluppa a partire da una prima sala dedicata ai lavori de Il bosco delle fiabe dove l’azione di remix su immagini d’archivio viene rilanciato in un immaginario fiabesco che parla di crescita e identità; segue lo spazio dedicato A Marnie, impostato come un’unica opera multimediale che mette a confronto, rispettivamente, la nascita della “magnifica ossessione” per il cinema di Armida Gandini e il “grande capolavoro malato” di Alfred Hitchcock da cui questo coinvolgimento è nato.
La sezione Gustose e dolcissime utilizza il tema del pianto e della lacrima come simboli di una crescita e una trasformazione che passano da traumi anche liberatori, mentre il capitolo successivo ci porta nella dimensione del viaggio attraverso i lavori dalle serie Geografie umane e Pubblico dominio, sempre con al centro la riflessione sulla costruzione dell’identità. Conclude la mostra l’opera video inedita Une baleine qui pleure che, come una sintesi visiva dell’intero lavoro di Gandini, connette tra loro tutti gli elementi caratteristici della sua poetica: mondo dell’infanzia, cinema, citazione, frammento, sofferenza e trasformazione.
La mostra è accompagnata da una monografia, realizzata grazie al supporto di Fondazione Brescia Musei ed edita da Skira, che analizza in maniera completa l’intera produzione dell’artista, fornendo, oltre che un’occasione di approfondimento per appassionati, anche uno strumento scientifico per studiosi.
La terra e le fantasticherie sarà aperta al pubblico con ingresso gratuito fino al 18 settembre. Orari: il venerdì dalle 16 alle 19; sabato e domenica dalle 10 alle 19.

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