Ci ha lasciato il maestoso pioppo di piazza Dei Popoli a Sanpolino

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Brescia. In questi giorni di alte temperature e di mesi senza piogge si è verificato il pedaggio sugli alberi in molte parti del della nostra città. Persino il maestoso secolare albero di piazza Dei Popoli quartiere Sanpolino è morto. Per noi, del nuovo quartiere, era una maestosa presenza, presenza che ci accompagnava nell’affrontare le svariate stagioni, tempeste nevicate e venti forti, con la sua maestosa autorevole presenza, ci trasmetteva forza, di avere costanza e, di essere forti come lo era lui, il maestoso gigante era diventato un riferimento, di tolleranza. Anche lui con noi, al costante disturbo della palla canestro, al continuo assalto notturno e, di pericolose rampicate e continuo sfogo sociale verso noi e al maestoso tollerante albero.
Allo stress e alla siccità, soprattutto nella straordinaria non piovosità e alta temperatura di questo 2022, nella sua età di circa un secolo, sebbene gli alberi siano potenzialmente immortali, non sono indistruttibili: la morte è sopraggiunta per la decomposizione fisiologica dell’albero, e dato anche da stress da palla canestro e se l’ambiente cambia drasticamente le sue condizioni e l’albero non è capace di uniformarsi a questi cambiamenti, quindi ci ha lasciati.
Personalmente amavo toccarne la corteccia, sentirne l’odore e immaginarne la storia. Soffro quando vedo tagliare degli alberi o morire di sete. Secondo me gli alberi possono essere visti come una metafora dell’essere umano. Per sopravvivere alle intemperie e a vari stress della vita. Per diventare forti devono adeguarsi alle stagioni, cambiando colore e anche perdendo le foglie, se necessario. Anche gli uomini hanno bisogno di radici profonde, per attingere al necessario nutrimento interiore, evitando di essere spazzati via dal primo vento.
Anche gli uomini possono avere cortecce durissime ma dentro, dove nessuno vede, contare anni e malanni. Il bello delle persone è sempre stata la morale, in quanto possibilità di trovare un senso a ciò che la storia ci attraversato. Una morale che oggi può trasformarsi in una sorta di riflessione sulla necessità di ritornare a scoprire il forte legame con il Creato. E’ stata la straordinaria supplica del condomino Gaetano Vizzoca, già sofferente, provato duramente dalla sua malattia, si preoccupò che necessitava di dare da bere al maestoso albero… L’albero di Gaetano ha un volto umano, che riflette in lui…
La sensazione e l’emozione che ho avuto nella sua attenzione verso l’albero è paragonabile soltanto a quello che ho provato rivivendo vent’anni anni fa, la scuola di vita degli insegnamenti di solidarietà verso il prossimo della Casa della Pace. Gaetano Vizzoca ha parlato all’anima del creato, le sue molteplici fotografie dell’albero, sono testimonianza della sua interiore ricerca e soprattutto attenzione, alla sensibile umana solidarietà verso il prossimo. Caro albero ci mancherai, ci mancheranno i tuoi rami alti e forti per i nidi e accogliete tua maestosità, soprattutto, ci aiutavi ad alleviare il nostro percorso di vita oltre a proteggere altre vite della nostra casa comune.
Celso Vassalini
Quartiere di Sanpolino Brescia

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