Idro, siccità: “Prelievi acqua mettono a rischio la salute pubblica”

Il sindaco Aldo Armani scrive a Mite e Ministero della Salute per scongiurare un ulteriore abbassamento dei livelli dell'Eridio: "Si rischia epidemia di legionella come nel 2018".

Idro. Preoccupa, e non poco, la decisione di Regione Lombardia che ha imposto il rilascio di un metro di acqua dal lago d’Idro.
Il primo cittadino di Idro, Aldo Armani, ha scritto ai ministri della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, e della Salute, Roberto Speranza, ma anche al prefetto di Brescia, Maria Rosaria Laganà, al presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, al segretario generale dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, Meuccio Berselli, e al direttore dell’Agenzia interregionale per il fiume Po , Luigi Mille, chiedendo di evitare il “prosciugamento” del bacino, evidenziando come, nel 2018, una situazione analoga portò al diffondersi della legionella.
Sotto la lente, quindi tre temi, per il primo cittadino: la salute pubblica, l’ambiente e l’economia del territorio. In particolar modo il timore è che possano essere danneggiati la stagione estiva e, in generale, il settore turistico, poichè, come ha spiegato Armani, appena l’acqua sarà prelevata, il Comune dovrà emettere un’ordinanza per bloccare la navigazione.

Il prelievo, scrive il sindaco di Idro, causerà «un ulteriore abbassamento di livello, con la conseguente interruzione del deflusso minimo ecologico, che porterebbe a mettere a serio rischio igienico sanitario la mia gente».
Ma dal Mite è giunta una risposta tranchant che non lascia spazio a trattative: «Si tratta di una decisione che è competenza delle autorità di bacino e dei consorzi locali».
Sul tavolo, anche, la mancata messa in sicurezza del lago, promessa e mai realizzata in questi 30 anni. Fino al 10 luglio, quindi, avverranno i prelievi dall’Eridio, mentre una proposta che è stata lanciata, ma che è incagliata nei farraginosi meccanismi della burocrazia, suggerisce di utilizzare l’acqua delle cave dismesse, riconvertendole a bacini idrici. Un  “tesoretto” che, solo nel bresciano, ammonta a 37 siti “papabili”.

Un’ancora di salvezza potrebbe arrivare dal vicino Trentino, cui il Pirellone ha chiesto, nei giorni scorsi, di rilasciare altri 6 milioni di metri cubi d’acqua per salvare l’ecosistema del lago d’Idro e soccorrere l’agricoltura in crisi idrica.
La Provincia autonoma, tuttavia, si è riservata la decisione, ma, a breve, dovrà dare una risposta definitiva in merito.

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