Passirano, il nodo rifiuti della Vallosa al vaglio della Provincia

Sul tavolo l'ipotesi di spostare 450 mila metri cubi di materiale contaminato del Sin Caffaro di Passirano alla Macogna. Sindaci ed ambientalisti si oppongono.

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(red.) I rifiuti del Sin Caffaro della ex cava Vallosa a Passirano (Brescia) trasferiti alla discarica Macogna?
Il progetto, presentato dalla Eredi Compagnia Nazionale che gestisce l’area di smaltimento rifiuti Macogna, ha sollevato un polverone di polemiche ed i comuni interessati stanno cercando di valutare la fattibilità di un trasferimento di scorie pericolose che non fa dormire sonni tranquilli a nessuno, nè ai cittadini, nè agli ambientalisti, nè agli amministratori stessi.
Si tratta di movimentare 450 mila metri cubi di materiali pericolosi nel nuovo bacino di conferimento, sito tra Cazzago, Travagliato e Berlingo.
Questo giovedì è fissato un vertice sulla fattibilità del progetto a cui partecipano Provincia di Brescia,  il commissario del Sin Caffaro Mario Nova, il prefetto Maria Rosaria Laganà ed i primi cittadini dei comuni interessati.

Per il sindaco di Cazzago, Fabrizio Scuri, un bacino come quello previsto alla Macogna, in grado di smaltire 2 milioni di metri cubi di rifiuti, darebbe il via libera al conferimento di altre scorie pericolose in un territorio già gravato da problematiche ambientali. E la pensa allo stesso modo anche il suo collega di di Travagliato, il primo cittadino Renato Pasinetti, che ha espresso totale contrarietà al progetto. Sulla stessa linea anche il sindaco di Berlingo, Fausto Conforti per il quale il problema dei rifiuti della Vallosa “va risolto” e non semplicemente “spostato”.
A Passirano, intanto, si stanno per concludere i lavori di “capping” (copertura) da 2,6 milioni di euro dei rifiuti. Per la bonifica totale del sito servirebbero almeno 50 milioni di euro, che, al momento, non sono reperibili.

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