Dal Mite “apertura” sul fascicolo depuratore del Garda

Incontro on line lunedì 7 febbraio tra Il sottosegretario Ilaria Fontana ed i comitati bresciani che si oppongono al collettore. Il ministero rivedrà i contenuti del dossier sul maxi impianto previsto a Gavardo e Montichiari.

(red.) Il Comitato di coordinamento del Presidio permanente contro la nomina e le scelte del Commissario per il depuratore del Garda, formato da Comitato Ambiente Territorio Basso Garda, Comitato Mamme del Chiese, Comitato Referendario Acqua Pubblica Brescia, Federazione delle Associazioni che amano il Fiume Chiese ed il suo Lago d’Idro e Tavolo Provinciale Basta Veleni ha portato la voce della protesta contro il collettore del Garda (a Gavardo e Montichiari)  voce del “Presidio 9 agosto” (che rappresenta circa 80 associazioni che operano su tutta l’asta del Chiese e anche in tutto il territorio provinciale”, alla Sottosegretaria del Mite (ministero della transizione ecologia) , con delega alla depurazione, Ilaria Fontana.

“Questo”, si legge in una nota del Coordinamento, “rappresenta un passaggio fondamentale dell’azione del Presidio, che sta intensificando in questo periodo le interlocuzioni con tutti i livelli istituzionali per far valere al massimo le ragioni di una protesta che continua incessantemente da quasi 7 mesi”.
“I nostri interventi”, viene spiegato, “sono stati tesi a sottolineare i due aspetti fondamentali di questa complicata vicenda: il primo è il vulnus democratico generato dalla nomina del Commissario; di fatto con questo atto è stata commissariata non un opera ma bensì una funzione che per legge spetta alla Provincia; il tutto senza dare a quest’ultima un termine congruo per portare a termine un processo decisionale in corso (come previsto dalla Costituzione) e senza che vi sia stato concretamente un presupposto di urgenza”.

Nel corso dell’incontro con Ilaria Fontana, viene rimarcato che “è stato inoltre messo in evidenza come in questi mesi siano venuti completamente a mancare, da parte del Commissario, il rispetto del principio di sussidiarietà e di leale collaborazione imposto dalla legge, e non si siano tenuti in alcuna considerazione gli atti di indirizzo prodotti dalla Provincia (mozione Sarnico, ndr.).
In secondo luogo, “sulla scelta di trasferire la depurazione del Garda, occidentale, sul fiume Chiese, quindi di trasferirla in un bacino idrografico completamente estraneo, sono state descritte le innumerevoli criticità legate a questa scelta; in primis, lo stato di sofferenza di un fiume gravato da molteplici criticità ambientali e da un depauperamento abnorme della risorsa stessa, a causa dell’eccessivo sfruttamento per ragioni produttive, che lo rendono assolutamente inadatto ad essere il corpo ricettore dei reflui del lago Garda”. “Abbiamo evidenziato, inoltre, l’assurdità del concetto, più volte espresso da vari soggetti e recentemente anche dal Commissario-Prefetto Laganà, di risanare il fiume proprio grazie all’apporto di acque del depuratore; il fiume non può essere risanato dalle acque della depurazione del Garda, ma dal rispetto del suo Deflusso Ecologico”.

“Il Chiese”, sottolineano i comitati, “ha bisogno di interventi urgenti e di rispetto almeno delle prescrizioni già vigenti e totalmente disattese”.
“Abbiamo insistito”, prosegue la nota, “su quanto carenti siano le valutazioni fatte dal Ministero e quanto iniqua sia la decisione di investire ingenti quantità di denaro in un’opera che non risolverà i problemi reali del Garda, che vedrà sicuramente lievitare i costi in corso d’opera, e andrà verso costi di gestione insostenibili data la congiuntura economica e l’aumento del costo dell’energia, necessaria per pompare i reflui addirittura in salita; costi che graveranno sulle bollette di tutti i cittadini bresciani”.
“Il tutto”, viene ricordato, “in una Provincia che ha ben 45 Comuni in infrazione europea per mancata depurazione, di cui solo uno è del lago di Garda”.

“Abbiamo chiesto a Fontana di farsi portatrice presso il Ministro Cingolani di tutte le nostre osservazioni e di impegnarsi affinché sia quantomeno rispettato il principio di sussidiarietà e di leale collaborazione fra le Istituzione, e sia rivisto quindi tutto il progetto, tenendo conto delle molteplici criticità e degli atti di indirizzo fissati dalla Provincia”.
“La Sottosegretaria”, conclude il Coordinamento, “ha dimostrato un apprezzabile apertura nei nostri confronti e si è resa disponibile a recepire ulteriori relazioni che faremo recapitare al più presto; s’è impegnata a valutare
concretamente le nostre richieste, confermandoci che ci sarà la possibilità di avere un ulteriore incontro per fare il punto della situazione”.

 

 

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