Caffaro Brescia, sequestrati mattoni al Pcb

I tecnici dell'Arpa hanno rilevato la presenza di un pesante inquinamento sul materiale stoccato in un capannone all'interno dell'area industriale di via Milano.

(red.) Ancora un sequestro all’interno dell’area della Caffaro di Brescia.
Il materiale, contaminato da Pcb a cui sono stati posti i sigilli, è stato rinvenuto all’interno di un capannone in cui erano stati stoccati 350 metri cubi di materiale edile di risulta, soprattutto mattoni.

Ad effettuare i rilievi che hanno evidenziato la pesante contaminazione i tecnici dell’Arpa, intervenuti nella mattinata di giovedì 5 agosto, in esecuzione al sequestro probatorio disposto dalla procura di Brescia.

Il materiale, che deve essere smaltito come rifiuto speciale, si trovava lì dal 2019 quando iniziarono i lavori di smantellamento della struttura.
L’azienda incaricata è finita sotto la lente dei giudici bresciani perchè non avrebbe dichiarato la presenza di sostante tossiche nei materiali recuperati nel magazzino, tra cui, l’amianto.

Come annunciato qualche settimana fa dal nuovo commissario straordinario del Sin Caffaro, Mario Nova, entro un anno, dovrebbero concludersi le fasi per la gara d’appalto e di bonifica definitiva del sito industriale di via Milano.

Il nodo centrale è rappresentato dal  mantenimento e dal potenziamento della barriera idraulica e dello smantellamento del sito. Interventi per i quali, ha sottolineato il primo cittadino di Brescia, Del Bono, a disposizione ci sono oltre 80 milioni di euro.

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