Brescia, la pandemia non ferma la cementificazione

Secondo Ispra, anche nel 2020 il consumo di terreno non ha rallentato. A contribuire a questo risultato i cantieri e gli hub della logistica.

(red.) Nemmeno la pandemia ha fermato il consumo di suolo nel Bresciano.

Secondo  i dati raccolti dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) nell’ambito del progetto europeo “Soil4life” che vede coinvolti Legambiente, come capofila, Cia, Ccivs, Crea, Ersaf, Politecnico di Milano, Roma Capitale e Zelena Istra con l’obiettivo “di promuovere l’uso sostenibile del suolo in quanto risorsa strategica e non rinnovabile”, nel nostro territorio, nel 2020, nonostante i blocchi e i rallentamenti delle attività produttive, il consumo di suolo è stato di 214 ettari, pari alla superficie di oltre 300 campi da calcio.

Un record negativo che pone la Leonessa al secondo posto nazionale dopo Roma, dove il suolo “perduto” è stato di 271 ettari.
Nel 2019, nel bresciano, gli ettari consumati erano stati 184 e, l’anno prima, 78.

Questo per quanto riguarda il dato generale sul territorio provinciale, mentre la città è in “controtendenza”. Secondo Ispra, infatti, a Brescia, la riduzione di suolo cementificato è stata di 5,54 ettari, un “risparmio” legato soprattutto grazie alla rigenerazione legata al Parco delle cave.
Tuttavia, questa dato relativo al capoluogo provinciale non deve illudere: nel 2020, in città, gli ettari cancellati da asfalto e cemento sono stati quasi 4mila (3983), pari al 44,07% della superficie complessiva, per un calcolo di 1,71 ettari pro capite.

E non va meglio in provincia: i numeri mettono, nero su bianco, una realtà in crescita per il bresciano. In provincia, infatti, sono quasi 50mila gli ettari cementificati, pari al 10,39% del totale, una percentuale superiore alla media nazionale, che è al 7% (12% invece quella regionale)

Nel 2020 il consumo di suolo nel nostro territorio è stato di 1,71 metri quadrati pro capite. Un dato che Ispra ha spiegato come legato ai cantieri Tav e ai nuovi centri di logistica. Un numero che si attesta come doppio rispetto alla media nazionale o regionale.

Un esempio ne è Lonato, dove la media di suolo consumato è stata di 28 ettari per ogni residente. Questo “record” è legato ai cantieri presenti sul territorio per la realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità (Tav). Al secondo posto di questa graduatoria in negativo c’è Ghedi, dove nel 2020 sono stati persi 20 ettari. A Castrezzato gli ettari “spariti” sono stati 18, 11,2 dei quali legati ad un nuovo sito di logistica. A Castegnato  il neonato hub di Amazon ha “eroso” 5,3 ettari di terreno, sui 6,8 complessivamente “cancellati”. E ancora: a Calcinato via 16 ettari, 9 a Pontevico.

 

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