Wte, “Gli impianti restano sotto sequestro e l’attività dell’azienda è sospesa”

(red.) I direttori generali di Arpa Brescia Fabio Cambielli e Arpa Lombardia Fabio Carella, le agenzie regionali per la protezione dell’Ambiente, sono stati auditi questo pomeriggio in Commissione regionale Agricoltura sul caso Wte e sullo spandimento di gessi contaminati.
Dino Alberti, consigliere regionale del M5S Lombardia, dichiara: “Ci tengo a rassicurare la popolazione. La questione Wte non si è assolutamente chiusa nonostante l’interesse nel dibattito pubblico sembra essere diminuito. Le indagini continuano e l’attività delle agenzie di protezione ambiente vivace. Gli impianti sono, e restano, sotto sequestro e l’attività dell’azienda è sospesa. I movimenti nell’azienda notati dai cittadini sono legati a richieste del curatore a tutela e messa in sicurezza di impianti che comunque rimangono fermi”.

“È con soddisfazione”, aggiunge Alberti, “che ho appreso che le segnalazioni pervenute ad Arpa Brescia da parte di cittadini e sindaci sono state oltre 940 a dimostrazione della sensibilità sui temi ambientali. Tutte le denunce vengono prese in considerazione dalle agenzie e ognuna è approfondita anche senza dare un riscontro ai denuncianti, questo non è compito delle agenzie. Qualora ci fossero ipotesi di reato si procede d’ufficio e la Procura è molto attenta. La quasi totalità dei fascicoli di Arpa inviati in Procura si sono trasformati in inchieste, segno dell’ottimo lavoro svolto dall’Agenzia. Non tutte le segnalazioni si trasforamano in ipotesi di reato ma invito comunque i cittadini a continuare a sollecitare l’agenzia: il controllo del territorio da parte di chi lo vive può e deve fare la differenza in un caso come questo”.

Per Alberti “l’unica nota dolente emersa nell’audizione, ma ce lo aspettavamo, è che risulterà difficile risalire all’esatta ubicazione dei terreni contaminati. I gessi non sono tracciati ovvero non deve essere dichiarato a nessun ente il dove e il quando questi vengono usati a differenza dei fanghi da depurazione. L’unica strada percorribile è quella di interpellare ogni singola azienda agricola che abbia avuto rapporti con la Wte. Auspichiamo che questo lavoro non facile, ma non impossibile, sia fatto puntigliosamente. La mappatura e il campionamento dei campi contaminati finalizzato alla loro messa in sicurezza o bonifica deve essere fatto anche con extra fondi regionali. Stiamo parlando di salute pubblica”.

“La difficile ricostruzione del tragitto percorso dai gessi contaminati mi ha fatto sorgere il dubbio che possa risultare difficile se non impossibile quantificare il danno ambientale e quindi che ciò possa attenuare i capi di imputazione degli indagati. Il dubbio è stato subito dissipato: i reati contestati agli indagati vanno al di la del mero danno ambientale ma riguardano a vario titolo la non corretta gestione dei rifiuti, pertanto anche qualora fosse impossibile quantificare il reale danno causato ai suoli, i capi di imputazione permangono. Finalmente parole chiare: chi ha inquinato deve pagare e ad oggi tutto fa pensare che si andrà fino in fondo.” conclude Alberti.

 

 

 

 

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