Prc Ospitaletto: “La Vallosa inquina anche noi e la bonifica ci riguarda”

La discarica, facente parte del SIN Caffaro, non è nel territorio del comune, ma è attaccata al confine. Serve un progetto complessivo con interventi che risolvano il problema.

(red.) “Siamo venuti a conoscenza della riunione del 10 marzo scorso dell’Osservatorio SIN Caffaro, indetta dalla Prefettura, presenti il Commissario Moreni, il sindaco e l’assessore all’Ambiente di Brescia, i sindaci di Castegnato e Passirano, l’ATS, la Provincia, la Questura ed altre FF.OO., apertasi con l’audizione di Legambiente Franciacorta, affiancata da Ambiente Futuro Lombardia e da un nostro concittadino, che per anni si è interessato di temi ambientali, coinvolto da Legambiente Franciacorta per dare voce anche al nostro paese, le cui abitazioni sono vicinissime alla discarica Vallosa di Passirano, visto che l’amministrazione di Ospitaletto non era invitata, non facendo il suo territorio parte dell’aree del SIN Caffaro”, si legge in un comunicato del circolo di Rifondazione comunista di Ospitaletto..

Legambiente Franciacorta e avvocato non sono convinti dell’intervento di ‘capping’, in previsione per la Vallosa”, si legge nel testo. “Vogliamo sottolineare che gli abitanti di Ospitaletto sono preoccupati per la quantità e soprattutto lo stato dei rifiuti presenti nella discarica, posta appena a nord del paese, i cui inquinanti risultano penetrati per oltre 20 metri al di sotto del fondo discarica, quando le falde corrono proprio da lì verso il nostro paese, in direzione sud-ovest. L’incidenza di tumori in Franciacorta è davvero preoccupante; in particolare, per i tumori al fegato ad Ospitaletto la situazione è al top negativo tra tutti i comuni dell’Ats di Brescia1. É da mezzo secolo che nella Vallosa sono stoccati rifiuti della Caffaro carichi di PCB, composti chimici per i quali, nel febbraio 2013, l’Iarc ha stabilito una correlazione certa tra l’esposizione a tali sostanzee il cancro. Fino ad ora, pochi erano gli studi che associavano l’esposizione ai PCB al cancro al fegato, tant’è che il sindaco di Passirano in quella riunione ha voluto ricordare come, in un’assemblea da lui organizzata nel 2019, il prof. Francesco Donato dell’Università di Brescia e il dr. Michele Magoni dell’Ats di Brescia avessero escluso tale ipotesi, imputando soprattutto agli stili di vita l’alta incidenza di tali tumori nell’area della Franciacorta (lo stesso dr. Michele Magoni lo aveva affermato a Ospitaletto il 29/4/2015).

“Non condividiamo”, continua la nota, “la posizione di chi vuole minimizzare la situazione. Infatti, diversi studi sui tumori dell’Ats confermano la pesante incidenza di tumori in Franciacorta e anche un recentissimo articolo scientifico pubblicato su “Nature scientific reports”, a firma del prof. Francesco Donato e del dr. Michele Magoni, oltre che di altri, basato su uno studio fatto proprio a Brescia dall’Università e dall’Ats di Brescia che dava evidenze finalmente precise, giunge alla conclusione: “Questo studio preliminare fornisce alcune prove, anche se non conclusive, che l’esposizione a PCB può svolgere un ruolo nello sviluppo di HCC (carcinoma epatocellulare), indipendentemente da altri fattori di rischio”.

“Anche a noi del circolo di Ospitaletto del Partito della Rifondazione Comunista”, prosegue il comunicato, “questa correlazione tra esposizione ai PCB e tumori epatici preoccupa tantissimo, considerato l’andamento delle falde, che da mezzo secolo quel PCB è presente nella Vallosa e che, negli anni più lontani di tale periodo, l’acqua sia stata attinta a livello più superficiale dell’attuale. Lungi da noi insinuare dubbi inesistenti sulla qualità dell’acqua che esce oggi dai nostri rubinetti. Essa non è assolutamente in discussione, sapendola costantemente controllata e proveniente da pozzi che oggi pescano acqua molto più in profondità, ma effettivamente anche al nostro circolo preoccupa che sulla Vallosa si stia pensando ad un intervento che, nella migliore delle ipotesi, lascerà le cose come sono ora (ovvero, messe molto male), senza inquadrarsi in un progetto complessivo di bonifica che risolva il problema”.

“Essendo il Comune di Ospitaletto così fortemente interessato dalle conseguenze dell’inquinamento della Vallosa”, scrive ancora il circolo di Rifondazione, “ci ha stupito sapere che al tavolo dell’Osservatorio fosse assente il nostro sindaco e, ancor di più, non fosse stata nemmeno convocata l’Arpa, l’agenzia regionale proposta alla protezione ambientale. Dato quanto sopra riportato, il circolo di Ospitaletto del Partito della Rifondazione Comunista chiede quindi alla Prefettura che:
−all’Osservatorio da essa istituito sia sempre invitata l’Arpa;
−indipendentemente dal far riferimento a quanto preveda l’istituzione del SIN Caffaro, allo stesso partecipi sempre anche l’amministrazione comunale di Ospitaletto;
−allo stesso partecipino sempre, non solo in modo sporadico ma in via permanente, anche le associazioni ambientaliste, già intervenute in audizione lo scorso 10 marzo”.

“Auspichiamo inoltre che”, conclude la nota, “prima di procedere ad interventi sulla Vallosa che non risolvano il problema pur essendo oggettivamente i primi ad essere previsti dalla sua individuazione, si elabori e presenti un progetto complessivo di completa bonifica della discarica, del quale non escludiamo a priori possa far parte anche il “capping” se esso fosse funzionale alla bonifica completa, destinando le limitate risorse finanziarie attualmente disponibili agli interventi che in tale progetto complessivo risulteranno prioritari, sollecitando a tutti i livelli politici, nazionali e regionali, la destinazione di significative risorse economiche alle bonifiche ambientali, nello specifico al SIN Caffaro e, nel dettaglio che più ci riguarda, alle ‘Cenerentole’ di tale SIN, ovvero le tre discariche fuori Brescia, della Vallosa di Passirano e della Pianera e del Pianerino di Castegnato”.

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