Caffaro sotto sequestro, Arpa: barriera idraulica poco efficace da vent’anni

L'agenzia regionale pone i riflettori sulla necessità di potenziare la barriera e di smantellare gli impianti.

(red.) Quello che è arrivato nella giornata di ieri, martedì 16 febbraio, dal direttore del dipartimento dell’Arpa di Brescia Fabio Cambielli durante l’audizione in commissione Ambiente al Comune di Brescia è suonato come un allarme. Ovvero, la barriera idraulica sotterranea allo stabilimento della Caffaro (attualmente sotto sequestro) e che evita che gli inquinanti non penetrino nella falda, sarebbe poco efficace da quasi vent’anni, cioé dal 2002.

E in questo periodo di tempo la contaminazione è potuta proseguire in modo inarrestabile. Ma non solo sarebbe scarsamente efficace, perché non sarebbe neanche in grado di coprire l’intero perimetro dello stabilimento. E se al momento le perdite sono confinate all’interno, c’è il rischio di una fuoriuscita del cromo che ha anche bisogno di essere trattato in modo definitivo.

Per questo motivo durante l’audizione è emersa la necessità di potenziare la barriera idraulica e anche di smantellare gli impianti. Ma nel frattempo sono sorte le critiche del fatto che in questi quasi vent’anni si è potuto fare poco perché chi di dovere è fallito. E in attesa di procedere con le varie fasi, di cui la bonifica sarebbe quella finale, l’Arpa continuerà con i campionamenti.

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